venerdì 25 giugno 2021

RU FIGLIJ DE COMPA FRAUSTIN

Compa Fraustin ( Fraustin credo sia il diminutivo di Fausto) aveva un figlio un po’ ritardato; sia la moglie che il marito tenevano tanto a quel figlio che lo mandarono a studiare in seminario. Passarono molti anni ma il ragazzo non riusciva a prendere la Messa, date le sue ridotte capacità intellettive. Alla fine i suoi superiori per toglierselo di torno, si decisero ad ordinarlo sacerdote. Quando tornò a Mondragone, proprio in mezzo alla piazza, decise di tenere un discorso e incominciò a dire: - Popolo mio, ma quando mai, ma quando mai….! E alzava le braccia al cielo, si infervorava tutto e quelli che si trovavano a passare, si fermavano e dicevano: Uh, ma chiglij è ru figlij de compa Fraustin, verimm c’adda ricje. E lui, di nuovo: - Popolo, popolo mio…..! e la gente si faceva sempre più numerosa e, a bocca aperta, aspettava la continuazione del discorso. Intanto anche compa Fraustin, tornando dalla campagna con la zappa in spalla, passò per la piazza e vedendo tante persone, andò a sentire: - Popolo mio- ripeteva il ragazzo- ma quando mai, ma quando mai! Senza riuscire ad aggiungere altro. Il padre si fece largo tra la folla e preso il figlio per il braccio, disse: - Ma quann mai tu e fatt na cosa bbona? Iammucenn a casa ià , vien a zappà cu me!

Questo racconto proviene dal rione San Nicola e grazie a zia Giovannina Franchino, che l’ha raccontato a sua nipote, Clara Ricciardone, è arrivato fino a noi.
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