martedì 30 maggio 2023

“Il fatto delle tre Carmele”

Alla presentazione del libro PER LE VIE DEL BORGO il prof. Ambrisi ha raccontato un episodio esilarante e tragicomico, accaduto negli anni ’50, da lui definito “Il fatto delle tre Carmele” perché la cugina che gli ha raccontato il fatto si chiamava Carmela, come anche una sua vicina di casa analfabeta e una zia di quest’ultima, che era morta in America.
Negli anni ’50, appena dopo la guerra, l’italia era in fase di ricostruzione e c’era carenza di tutto.
I Mondragonesi emigrati in America non avevano dimenticato le proprie origini e mandavano ai loro parenti dei pacchi con vestiti e prodotti alimentari non deperibili.
La signora Carmela analfabeta che abitava ai Sabatini, un giorno ricevette un pacco da una sua cugina che viveva in America. Nel pacco c’era anche una lettera di accompagnamento ma lei in quel momento, incuriosita, non aveva tempo di andare a farsela leggere. Aprì il pacco e dentro trovò dei vestiti, zucchero, caffè e una boccettina con un po’ di povere all’interno.
Visto era arrivato lo zucchero, e lei aveva già a disposizione la farina e le uova, preparò un dolce e sopra mise la polverina, pensando che fosse una specialità americana, forse lievito come il Pane degli Angeli. Tutti lo mangiarono.
Poi con calma andò dalla vicina a farsi leggere la lettera. La cugina del prof. leggeva: - “… Con i vestiti vi ho mandato un po’ di zucchero e caffè e vi ho messo una boccettina con un pizzico delle ceneri di mia madre, che ha voluto essere cremata e non seppellita. Conservala e ogni giorno accendile un lumino, come fai con gli altri morti della nostra famiglia.
Non aveva neanche finito di leggere che la signora Carmela scoppiò a piangere a dirotto tanto che gli strilli dai Sabatini arrivarono a Piazza Umberto e diceva tra le lacrime: C(i)’ ammu mangiat a zi Carmela!!!



venerdì 26 maggio 2023

"Per le vie del borgo"

  

Cari lettori,
siamo entusiasti di condividere con voi il resoconto di un evento davvero speciale che si è tenuto presso il suggestivo Palazzo Ducale di Mondragone CE il 26 maggio 2023. Si tratta della presentazione del libro "Per le vie del borgo" dell'autrice Caterina Di Maio, una raccolta di storie affascinanti, aneddoti e detti che ci portano a scoprire il ricco folklore e le tradizioni di un tempo ormai quasi dimenticato.
L'atmosfera è stata elettrizzante mentre gli ospiti si riunivano nel maestoso androne del palazzo, anticipando una serata all'insegna della cultura e dell'emozione. Accanto all'autrice, Caterina Di Maio, sedeva il sindaco di Mondragone, testimone dell'importanza di valorizzare il patrimonio culturale del luogo e delle sue radici, il prof. Angelo Ambrisi, il maestro Cosimo Antitomaso e il cantautore Emilio Cuoco. 
Ad arricchire l'evento, come presentatrice d'eccezione, c'era la rinomata giornalista Mina Iazzetta, esperta nel dare voce alle storie nascoste che fanno parte del nostro passato. La sua presenza ha aggiunto un tocco di professionalità e curiosità all'atmosfera già carica di aspettativa.
La serata è iniziata con una introduzione da parte del sindaco, che ha sottolineato l'importanza di preservare il patrimonio culturale e le tradizioni del nostro paese. Ha evidenziato come il libro di Caterina Di Maio fosse un veicolo perfetto per far comprendere modi di dire tipici del nostro paese e far rivivere antiche storie che altrimenti rischierebbero di perdersi nel tempo. Durante la serata sono stati proiettati due video del Maestro Cosimo Antitomaso che mostravano scene della tradizione contadina, il Maestro ha raccontato episodi, luoghi e personaggi della sua infanzia coinvolgendo emotivamente il pubblico in sala.
Poi è arrivato il momento più atteso: l'autrice, Caterina Di Maio, ha preso la parola e ha condiviso con il pubblico la sua passione per il folklore e le tradizioni popolari. Ha spiegato come il suo libro sia stato frutto di anni di ricerca, interviste e scoperte personali, ma soprattutto di una profonda connessione con il suo paese d'origine.
Clara Ricciardone, Esterina La Torre e Maria Miraglia hanno letto alcuni estratti del libro, trasportando il pubblico in un viaggio affascinante tra le strade del borgo, raccontando leggende, aneddoti e riti che hanno caratterizzato la vita dei suoi antenati. I racconti, gli aneddoti e le parole sono state in grado di catturare l'immaginazione di tutti i presenti, riportando in vita tradizioni quasi dimenticate e suscitando curiosità verso un mondo che rischia di svanire. Singolare l'intervento del sig. Lavino Domenico che ha raccontato episodi personali e aneddoti della vita sociale e della comunità di Mondragone.
Mina Iazzetta, con la sua professionalità e il suo entusiasmo contagioso, ha guidato la serata con abilità, ponendo domande all'autrice e ai partecipanti che hanno permesso di approfondire ulteriormente il contenuto del libro e di mettere in luce l'importanza di preservare le nostre radici culturali. Molto interessanti gli interventi del Maestro Cosimo Antetomaso e del Prof. Ambrisi che hanno chiarito aspetti della cultura contadina e raccontato aneddoti personali. Il musicista e cantautore Emilio Cuoco ha cantato canzoni della tradizione popolare emozionando il pubblico. La presentazione si è conclusa con un buffet offerto dall'autrice che oltre a dolci classici ha preparato "i guanti" dolci tipici della tradizione  mondragonese. I proventi ricavati dalla vendita del libro saranno offerti alla chiesa di S. Francesco. 







lunedì 15 maggio 2023

CHI A TEN D’OR E CHI D’ARGIENT

Il detto sta a significare che c’è chi ha più fortuna, chi ne ha meno e chi non ce l’ha del tutto.

Fu coniato da una certa Ndrianella, che abitava nel rione S. Francesco e non si era sposata.
Ai suoi tempi si credeva, e qualcuno lo crede ancora oggi, che la donna si potesse realizzare solo con il matrimonio.
Tra i tanti motivi che spingevano la donna al matrimonio ad ogni costo c’era anche il fatto che la donna non lavorava e non aveva un reddito personale per cui nel matrimonio vedeva anche una sicurezza economica e non solo affettiva.
Naturalmente i genitori erano contenti e soddisfatti se vedevano la propria figlia “accasata” e se questo non avveniva, c’ era anche chi si adoperava a procurarle il matrimonio.
Ndrianella si espresse con le famose parole perché una volta veniva un’amica e diceva: - Vuagliò, teng nu spus che mo vo nu ben pazz, ma proprio va a ‘mpazzì pe me! Veniva un’altra e diceva: - Vuagliò, si sapessen maritm che m’a regalat , verit, e mo si sapessen addò me vo purtà! E così via.
Ndrianella, mortificata e amareggiata, un giorno sentenziò: - Chi a ten d’or e chi d’argient e io (nu)n’ a teng manc de ciummient!!!!
(Ru ciummient è il blocchetto di tufo con cui si costruiscono le case)
(L’elemento sottinteso nella frase si riferisce all’organo sessuale femminile)

Ringrazio Clara Ricciardone e la sua mamma, Enzina Papa, per avermi raccontato l’aneddoto.