sabato 30 settembre 2023

MOSTRA FOTOGRAFICA


UNA MOSTRA FOTOGRAFICA, a colori e in bianco e nero, per raccontare un territorio attraverso le immagini, è un modo per valorizzarlo, per promuoverlo, per farlo uscire dai confini e farlo conoscere.
E’ un modo di raccontare, attraverso dettagli, la nostra storia, le tradizioni, la cultura della nostra gente, e accrescere, quindi, il nostro senso di appartenenza ad esso, e di rafforzare la nostra identità culturale.
Il Castello, la Venere, il Bufone … , i vicoli di S. Angelo, le case abbandonate, violate dal tempo, le porte divelte, le finestre sprangate, tanti particolari che catturano lo sguardo e che fanno pensare a vite vissute, agli anni , ai secoli trascorsi e a storie infinite…
COMPLIMENTI AGLI ORGANIZZATORI E AI FOTOGRAFI PARTECIPANTI, AMBASCIATORI DEL NOSTRO TERRITORIO.
AD MAIORA !










venerdì 22 settembre 2023

A RAZZIA DE DIO


 Durante la seconda guerra mondiale i soldati tedeschi, giunti nelle nostre zone, accerchiarono una masseria ma dentro vi trovarono solo due vecchietti, un marito e una moglie.Sotto la minaccia delle armi, i soldati fecero uscire il marito per abusare della moglie. Al poverino, suo malgrado, non rimase che ubbidire.La moglie pensava al marito che stava fuori e per non farlo soffrire, di tanto in tanto lo chiamava: - Salvatore! Ah, Salvatore! Poi, però, guardando i bei giovanotti che le stavano intorno con occhi azzurri, capelli biondi, spalle larghe e pettorali scolpiti, disse: - Eh, ma io, po, quanne maje aggiu vist tanta razzia (grazia) de Dio?! In questo racconto quello che colpisce è innanzitutto lo stupro di gruppo, perpetrato dai soldati ai danni della donna, e sappiamo che di episodi del genere ne sono avvenuti tanti durante la guerra, ma anche il commento della vecchietta, nel quale si può notare come l’ironia mondragonese riesca a sdrammatizzare anche situazioni gravi e incresciose.

Grazie sempre a Clara Ricciardone , portavoce della nostra tradizione 
Secondo un'altra versione, un familiare della vecchietta chiese ai soldati di risparmiarla, data l'età ma lei lo mise a tacere, dicendo: - Zitt, tu! A vuerr è vuerr! Mina Iazzetta

venerdì 15 settembre 2023

CHELLA FANTUPPINA!

Talvolta nel dialetto mondragonese si sente quest’espressione, riferita a qualche bambina sveglia, esuberante, sempre in movimento, che si dà da fare.
Spesso l’ho usato anch’io con le mie nipotine, in maniera affettuosa, per indicarne la vivacità.
Come ci riferisce Raffaele Bracale, uno dei massimi esperti di lingua, cucina e cultura napoletana, si tratta di un termine desueto, risalente al tardo ‘600, che veniva usato sia al maschile “fantoppino” che al femminile.
Ha il significato di astuto, scaltro, serve per indicare una persona abituata al contrasto, all’opposizione come scelta di vita.
La parola è formata da “fan”, che deriva da fante (soldato) e da “upp”, che deriva dal verbo latino opponere, che vuol dire porre contro e quindi letteralmente significa fante che va contro, che combatte, in maniera più ampia si riferisce a qualche bambina/ragazza, che non ha paura di mettersi contro, che si mostra forte e decisa nel resistere e difendere le sue posizioni.