Un pittore edile di S. Angelo, di carattere allegro e gioviale, era sempre in vena di fare scherzi, oggi si direbbe un buontempone.
Un giorno andò, con un ragazzo, suo aiutante, a fare dei lavori di tinteggiatura in un appartamento.
Ad un certo punto disse all’aiutante: - Ma tu lu saje che io saccio ‘nduvinà tutt chell che fai? Si tu mo vai rent a n’ata stanz, io te saccio addicie comme staje, assì te mitt assettat o vicin a ru mur. Comme te mitti mitt, io lu saccio. Vuò fa a prov? E va va.
Il ragazzo lo guardava, incredulo e divertito e non sapeva che pensare. Poi, alla fine, accettò la sfida. Si recò nella stanza a fianco e dopo un po’, chiese: - Comm stong(o)?
E il pittore, che quello aspettava: - Comme nu strunz!!!
Grazie sempre a Clara Ricciardone che con i suoi racconti non solo ci permette di conoscere la tradizione ma ci fa notare come la nostra gente ha sempre avuto un atteggiamento di bonaria ironia verso ogni situazione , che serviva anche ad affrontare situazioni difficili, per non permettere mai ai sentimenti negativi di prevalere.