Sperando che per quest 'anno quel caldo insopportabile sia passato ...
TEMPO DI CONTRORA
Nei caldi pomeriggi estivi, quando incombe la cosiddetta “calandrella”, cioè quando il caldo è così afoso ed estenuante da far diminuire le energie umane e mentali, è tempo di “controra”, cioè di riposo, è tempo di fare una pausa, che va più o meno dalle ore 12/13 all’incirca alle 16.
Il termine “Controra” viene dal latino “contra horas”, cioè ore contrarie all’azione e all’agire, a svolgere qualsiasi attività.
“Calandrella” , invece, viene dal verbo spagnolo “calentar” che significa riscaldare, arroventare, che a sua volta viene dal vero latino calēre, che vuol dire ardere, essere caldo.
E’ proprio nelle ore di controra il momento di cedere ad un sonnellino ristoratore finché non sia passato quel caldo asfissiante per poi riprendere le consuete attività.
Quando è tempo di controra anche per le strade non cammina nessuno, il paese sembra addormentato e tutto il mondo, umano e animale, è coinvolto nell’immobilità e nel silenzio.
A parte le cicale, che non si zittiscono mai, non si sentono cinguettare gli uccelli, i cani stremati cercano un posticino al fresco, dove distendersi, anche i gatti boccheggiano e respirano a fatica.
Nelle case, dopo pranzo e appena dopo aver rigovernato, si chiudono porte e finestre, lasciandole appena socchiuse per non permettere al caldo di entrare e per creare quella penombra e quella frescura, dove tutto è fermo e silenzio, quasi un tempo non tempo o meglio un andamento lento del tempo stesso.
Non si esce, non si alza la voce per non disturbare il riposo altrui…
Guai a disturbare quella quiete e quel riposo, nessuno si può permettere di andare a suonare senza preavviso o di telefonare, sarebbe come profanare la sacralità della controra.
Quest’usanza nasce dall’antica società contadina, che nella sua saggezza, aveva ben compreso che il caldo eccessivo di quelle ore avrebbe impedito di svolgere al meglio qualsiasi lavoro.
I contadini, infatti, andavano a lavorare al sorgere del sole ma a mezzogiorno si fermavano per mangiare e poi cercavano un posto fresco all’ombra di un albero, dove poter riposare per poi riprendere il lavoro al momento opportuno cioè quando, con il fresco, sapevano di poter svolgere al meglio le proprie attività.
Fermarsi e fare una pausa, lasciarsi andare ad un ozio che fa bene sia al corpo che al cervello, è questo il modo giusto per superare quelle ore di caldo eccessivo.
Alcuni studi scientifici hanno dimostrato che dopo il riposino della controra, le prestazioni intellettive aumentano del 34%.
Oggiorno, al contrario, nell’era dell’industrializzazione, tutto è finalizzato alla velocità e alla produttività e pur di raggiungere gli obiettivi previsti, a volte, si arriva ad una forzatura dei ritmi umani e naturali, che porta allo stress, all’ansia e ad una forte pressione mentale ed emotiva, che influisce molto negativamente sulla salute delle persone.
Diventa utile e salutare, quindi, rispettare la controra.
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