martedì 8 aprile 2025

COMME CUCOZZA CANTA



COMME CUCOZZA CANTA,
PASQUA NUN VENE PE MO’!

Dal suono della zucca, capisco che Pasqua è lontana!
Questo antico detto risale al 1500, al tempo di “Papa Giovinazzo”, un arciprete così denominato, estroso e bizzarro, di Lucugnano, una frazione del Comune di Tricase, in provincia di Lecce.
A quel tempo non c’erano ancora i calendari per ricordarsi delle festività da onorare e si ricorreva ad espedienti pratici per calcolare il tempo.
Era sempre per questo motivo che qui da noi si appendeva la bambola di pezza della Quaresima, che aveva sotto il vestito un’arancia o una patata con sette penne di gallina conficcate, ogni settimana se ne toglieva una proprio per calcolare con esattezza il tempo che mancava per arrivare alla Pasqua.
In alcuni monasteri e sacrestie si usava come calendario un quadro di legno con tanti chiodini, che venivano rimossi giorno per giorno.
Papa Giovinazzo, invece, si era costruito un suo speciale calendario. In una zucca vuota riponeva tanti semi di zucca per quanti erano i giorni dell’anno ed anche tanti semi di fave, che indicavano le festività.
Giorno per giorno toglieva i semi di zucca e di fave per rendersi conto del tempo trascorso e di ciò che gli spettava fare per le celebrazioni in chiesa.
Un anno, verso la metà del 1500, l’arciprete, di domenica, si recò in chiesa per celebrare la Messa ma rimase molto sorpreso nel vedere che il popolo era provvisto di rami di palma e chiedeva la benedizione.
Allora disse: - Piano, figlioli, oggi non è la domenica delle Palme!
Visto, però, che quelli insistevano e, convinto che fossero in errore, si fece portare la zucca e scuotendola per sentirne il rumore dei semi, disse: - Comme cucozza canta, Pasqua nun vene pe mò! E li rimandò a casa senza benedire le palme.
In effetti era lui che si era sbagliato perché la sorella aveva trovato nella sua stanza una scodella con le fave rimosse e, non sapendone il motivo, le aveva rimesse nella zucca.
Papa Giovinazzo, poi, lo venne a sapere e la domenica successiva benedisse le palme e celebrò anche la Pasqua.
Dagli studi antropologici emerge che Papa Giovinazzo è un personaggio della cultura popolare salentina che racchiude in sé la semplicità di don Abbondio e la furbizia di Pulcinella, una figura emblematica e irriverente, figlia della cultura popolare del ‘500.
A lui si attribuiscono storie e aneddoti umoristici anche a sfondo sessuale, che avevano l’obiettivo di farsi beffe di nobili e prelati.
Sulla sua esistenza si hanno molti dubbi, alcuni pensano che non sia realmente esistito e che sia frutto della creatività e della fantasia popolare di quel periodo.
Nel suo Breviario, tra l’altro, si legge: - Io sono Papa Giovinazzo, fate quello che dico, non fate non quello che faccio!
Come abbia fatto questo detto salentino ad arrivare a Mondragone non si sa, certo è che la cultura popolare non ha confini e si diffonde dappertutto.

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