sabato 13 febbraio 2021

UNO SCHERZO DI CARNEVALE

UNO SCHERZO DI CARNEVALE

Una volta, in occasione del Carnevale, alcune ragazze che abitavano in uno stesso portone a corso Umberto meglio identificato come “mmiez a ru gigli(o)” si misero d’accordo per preparare il fantoccio di Carnevale , come si usava fare una volta a Mondragone. Chiamarono le loro amiche di un vicolo vicino per farsi aiutare. Jà vuagliò, r’amma fa beglio eh, pecché oggi c(i)' amma divertì! – Eh, eh, mettimece ru cappieglio e a pippa! – E nun ce scurdamme ru giurnale! Se la spassarono tutta la mattinata a riempire il pupazzo di paglia, lo imbottirono ben bene e lo sedettero fuori al portone in bella vista. Se lo guardavano soddisfatte il loro capolavoro, e chi gli aggiustava il cappello e chi gli occhiali, erano precise e minuziose nella cura dei dettagli, pensando al futuro divertimento; poi si divisero dicendo: -Ammu fernut, allora ce verimm oggi, mo jamm a mangià! E le altre: - Sì,sì, vuagliò, oggi ce r’amma chiagne buon a Carneval! Così, tutte d’accordo, se ne andarono contente. Intanto, però, quando le amiche si allontanarono, a quelle che rimasero venne un’idea: - Oh, vulimm fa nu scherz a l’amich nost? –Sì, sì, e comm?- Facimm annasconn a Salvator rent a ru Carneval, lor nu lu sapen, quann vennen e s’avvicinan, chigli l’ acchiapp e l fa mett paur! – Ah, ah, che bella pensat! Mangiarono in fretta e andarono a chiamare il ragazzo, proponendogli di sostituirsi al fantoccio e lui si prestò molto volentieri allo scherzo. Così le bricconcelle in fretta e furia disfecero il “Carnevale” e fecero infilare il ragazzo nei vestiti. Gli coprirono bene la faccia con la maschera, con gli occhiali e con il giornale, la testa con il cappello, un po’ di paglia che fuoriusciva dai pantaloni e dai polsi, sembrava proprio il fantoccio che avevano preparato. All’ora stabilita arrivarono le amiche, tutte infervorate, e per far durare il gioco più a lungo, le spudorate facevano finta che “Carnevale” fosse ancora vivo. E la prima incominciò: - Uh, Carnevalu mij, e comme si beglij! Tene pure a pipp u rì! Ah, ah! E giù a ridere. E un’altra: - E che begliu cappiegl! E continuavano a deriderlo! E gli calcavano il cappello in testa. E il giovane zitto, stava al gioco. E così continuavano con tanti apprezzamenti non molto lusinghieri. Ad un certo punto una delle più facinorose, pensando che fosse arrivato il momento, esclamò:- Uh, vuagliò, ma chiglij è muort! E le altre in coro: - E’ muort?!!!! – E comm? Tutte a piangere e a strepitare con quanto fiato avevano in corpo, se la volevano fare una sfogata perlomeno con il Carnevale, e strepitavano e starnazzavano a più non posso. E una : - Carnevalu mij, ma pecchè si muort? E un’altra di rimando: - Ha mangiat tropp, i ric(o) che è schiattat! E tu ce pazzje chell che s’a firat de mangià? Pullast, lasagn, bucchinott e tabaccher, muzzarell, vruoccol e sauciccia, prusutt, supressat e per de puorc! Vuardat, ventresc e sauciccij ri jescen pur da rent a l sacch da giacchett e da rent a ru saccarin , n’atu ppoc ri jescen pur da l urecchij! Ah, ah ah! Che svergognate, ma se ce l’avevano messa loro la salsiccia e la pancetta nelle tasche e nel taschino al povero Carnevale! E una di loro intonò la canzone, che si cantava allora:
Carneval scialone scialone………. S’a calat ru cauzone
Di gioia di gioia e chiglij mo more e chiglij mo more e collera
Carnevale pecchè si muorto? A ‘nzalata sta rent a gl’uorto
Di gioia …..
E si sapevo che tu muriv t’accerev n’ata gallina
Di gioia….
E’ venut ru mierec de Sparanis a ritt che Carneval mo mor accis
Di gioia ….
Pam ( e si ode lo sparo) Uh, è muort, è muort e ancora ‘ncriccat ru ten!
Ru che? ru che ? Ru cuoppol ‘ncap!
A questo punto una delle ragazze che avevano organizzato lo scherzo, disse: - Eh, ma i mo c(e)’aggia ra nu bacij a chigliu Carnevalu mij , vuagliò, accustammece! – Sì, sì- risposero le altre: Pure nuje c r’amma ra pecchè chiglij è troppu beglij ! Ma tutte quant c’aramma ra- E cert, è giust, poveru Carneval! E chi di qua e chi di là lo abbracciavano , quando il giovane all’improvviso cacciò un urlo terrificante:- Ahhhhhhhhhhhhhhh! E alzandosi cercava di acchiappare le più coraggiose, quelle che lo avevano abbracciato per prima. Ora le spavalde scappavano all’impazzata, con il cuore in gola, chi di qua chi di là, con tanta paura che però, in breve, si trasformò in riso. – Ah, ah, ve r’ammu fatt ru scherz, eh? Dissero le ragazze del portone alle altre – A Carnevale ogni scherzo vale!
(Ringrazio la cara nonna di Tiziana Altopiedi, Caterina Fusaro, che ci raccontò questo divertente episodio alla scuola elementare).
La foto di Federico Villoni è tratta da un post di Andrea Capuano.
Nessuna descrizione della foto disponibile.

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