F(E)BBRAR , CURT E AMAR
Così recita il detto mondragonese relativo a Febbraio e che si riferisce non solo alla brevità di questo mese rispetto agli altri ma anche a un suo sapore per così dire “amaro”. Era amaro per le famiglie contadine, che stentavano a tirare avanti e che si venivano a trovare in difficoltà in questo mese, poiché in esso, che coincideva quasi con la fine dell’inverno, le provviste alimentari invernali di grano, fagioli ecc, alla base dell’alimentazione contadina, stavano per finire, e allora aumentava la preoccupazione e l’ansia. Il freddo eccessivo, poi, metteva a dura prova il fisico, ieri come oggi, e poteva procurare gravi malanni e in extremis, anche la morte perché si sa che per la vita c’è bisogno di calore , in tutti i sensi, non del freddo. A questo proposito la saggezza popolare mondragonese ci riferisce un altro detto, che quasi sicuramente deriva da un racconto e che suona così: “Chiglij cu lu pan murett e chiglij cu lu fuoc campett”. Ed è per questo che, per l’istinto di sopravvivenza, si sta tutti rintanati in casa, al caldo, bestie e cristiani, a resistere e a trascorrere quel tempo nel migliore dei modi, aspettando il bel tempo, cercando di uscire il meno possibile e se proprio è necessario, lo si fa ben coperti e tutti intabarrati, lasciando scoperti solo gli occhi al punto tale che neanche si riconosce la persona. A volte, però, questo mese bizzarro e capriccioso presenta anche belle giornate con un sole caldo e piacevole, quasi da primavera inoltrata, tale da convincere le persone ad alleggerirsi e ad uscire e gli alberi a fiorire e il giorno dopo magari si presenta con un tempo da lupi e con certi venti gelidi di tramontana, tali da seccare tutti i fiori appena schiusi perché gli alberi, poverini, si erano fidati del dolce tepore del sole. E così ci fa ricredere e ci rimette tutti in riga, ognuno al suo posto e ai suoi comandi, il caro Febbraio.
Sarà per questo forse che proprio in questo mese si festeggia il Carnevale, la festa più allegra, colorata e rumorosa dell’anno con balli, canti, travestimenti perfino grotteschi, a volte, che più che di divertimento sanno di ribellione e trasgressione. Probabilmente sì, in fondo, anche per questo, perché con esso si vuole affermare la nostra voglia di vivere, di divertirci, di contrastare la paura della morte, reagendo e trovando il modo anche nelle difficoltà di tirarci su , di non farci sopraffare dalla natura inclemente e ostile e per una maggiore rivincita su Febbraio, qui a Mondragone, a Carnevale, non ci facciamo mancare lasagna e tabacchere.
E, allora, anche se ci battere i denti, grazie a Febbraio, “curt e amar".
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