venerdì 18 giugno 2021

MARITU MIJ, NIENT A ME E NIENT A TE

MARITU MIJ, NIENT A ME E NIENT A TE Spesso dai racconti popolari emerge la violenza che alcuni mariti esercitavano un tempo sulle mogli ma c’è da dire che anche le mogli non scherzavano e cercavano di dare a bere ai mariti tutte le fandonie possibili ma non sempre ci riuscivano.

Una donna, un giorno, decise di utilizzare una bella catena di salsiccia per il pranzo da consumare la sera, quando sarebbe tornato il marito dalla campagna. La tagliò in dieci pezzi e li mise a soffriggere con olio e cipolla; mentre la salsiccia si rosolava, un buon profumino si diffondeva per la casa e la donna, ingolosita, si avvicinò, ne prese un pezzo e lo mangiò; poi, pensando che i pezzi non erano più dieci ma nove, disse: - E va bbuò, facimm cinq a iss e quatt a me! E andò avanti nei lavori di casa ma dopo un po’ non seppe resistere e ne mangiò un altro pezzo e disse:- Eh, mò so ott stuocc, facimm quatt a iss e quatt a me! Dopo un po’ si riavvicinò alla padella e ne mangiò un altro pezzo e disse: - Nu fa nient, facimm quatt a iss e tre a me! Così, un po’ alla volta, mangiò tutta la salsiccia. Quando, di sera, il marito tornò dalla campagna, tutto sporco, stanco e affamato, gli disse:- Sev fatt nu begliu tianiegl cu a saucicci(a) e mo nun ce sta cchiù nient! Sarà stat a jatt! Maritu mij, nient a me e nient a te! Ma al marito la giustificazione non piacque proprio per niente e la picchiò di santa ragione.
Anche questo racconto ci è stato tramandato da zia Giovannina Franchino del rione San Nicola e ringrazio la nipote, Clara Ricciardone, per avermelo riferito.

Nessuna descrizione della foto disponibile.

Nessun commento:

Posta un commento