LA PROCESSIONE DEL CORPUS DOMINI: TRA FEDE, SIMBOLOGIA E TRADIZIONE
Quando viene la festa del Corpus Domini, a Mondragone si fa una delle processioni più belle e sentite, la più solenne in assoluto, a cui partecipa tutta la comunità. Si tratta di una festività ufficiale della Chiesa, che ha lo scopo di onorare degnamente il sacramento dell’Eucarestia. Il sacerdote porta in processione il sacro “simbolo”, un’Ostia consacrata, racchiusa in un ostensorio, esposta alla pubblica adorazione, sotto un baldacchino finemente ricamato. E’ Gesù che passa per le strade, proprio Lui vivo e vero, presente nel Santissimo Sacramento ed è un paese intero che si mobilita per onorarLo e accompagnarLo sotto le specie dell’Ostia Santa. Una volta questa festa “di precetto” veniva celebrata il giovedì della seconda settimana dopo la Pentecoste , 60 giorni dopo la Pasqua, il che corrisponde al giorno dopo la Santissima Trinità. Nel 1977, in Italia, la Conferenza Episcopale Italiana decise di spostare i festeggiamenti alla seconda domenica dopo la Pentecoste. Qui a Mondragone si faceva la processione il giovedì mattina e si ripeteva il giovedì seguente, di pomeriggio, nella cosiddetta Ottava del Corpus Domini. Allora come oggi si allestivano lungo il tragitto gli altarini, molto più numerosi un tempo rispetto ad oggi, ovunque la devozione popolare lo riteneva opportuno e dove il sacerdote poggiava l’ostensorio e faceva sostare il Santissimo per pochi minuti e impartiva la benedizione; oggi gli altarini si allestiscono solo in prossimità delle chiese e uno alle Crocelle. Si tratta di altarini realizzati dalla gente del rione con coperte e lenzuoli di lino, fiori e ceri. Quando il Santissimo sta per arrivare in prossimità della chiesa, le campane suonano a festa, il sacerdote impartisce le benedizione; poi, tra canti e preghiere il corteo riprende il cammino. Al passaggio del Santissimo Sacramento è tradizione far sventolare dai balconi le più belle coperte e tovaglie di lino, finemente ricamate, i pezzi più pregiati del corredo della sposa di casa e vengono lanciati dall’alto petali di fiori. Come vuole la tradizione, per ogni strada dove deve passare il Santissimo, le donne preparano cesti di vimini colmi di petali di fiori colorati, misti ad erbe profumate, quali la mortella, la menta , la ruta, raccolta sulla nostra montagna, l’erba cedrina e li spargono festosamente a terra, formando un tappeto naturale e profumato, sul quale può passare degnamente il Corpo del Signore. Negli ultimi anni viene preparata l’Infiorata, molto bella anch’essa, con l’utilizzo di fiori e tappeti di segatura colorata con la raffigurazione di immagini sacre. Fortemente simbolico è anche lo stendardo della Congrega del Giglio, in cima al quale vengono appese le primizie, i frutti della terra mondragonese, non ancora maturi ma offerti in segno di gratitudine e di ringraziamento: il grappolino d’uva ancora acerba , che sta appena per colorire, le pesche, i primi ficoni, le pere durette e piccoline, le melelle di san Giovanni. Alla processione partecipano, nell’ordine: la banda, l’Azione Cattolica, i Movimenti, le due Congreghe del Carmine e del Giglio, le parrocchie, ognuna con il proprio stendardo, i sacerdoti, che a turno portano l’Ostia Santa, il sindaco, attorniato dai consiglieri comunali, carabinieri e guardie municipali, dietro seguono i fedeli. E’ in questo modo che la processione si snoda per le strade del paese e il popolo mondragonese, adora e rende omaggio al mistero di Cristo che ci ha amato di un amore tanto grande da donarci se stesso in cibo. La processione, poi, si conclude nella piazza principale, piazza Umberto, dove da un altare posto in alto su un palco il sacerdote impartisce la benedizione finale.
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