domenica 13 giugno 2021

L’ORAZIONE DI SANT’ANTONIO


Ai Santi sono legati molti detti e proverbi, devozioni e orazioni popolari. Erano proprio le ricorrenze religiose e i grandi lavori dell’agricoltura come la mietitura e la vendemmia, che scandivano il tempo una volta.
A Mondragone si recitava, in passato, un’orazione, riferita a un episodio della vita di S. Antonio, in cui si racconta che egli riuscì a salvare suo padre, falsamente accusato. Mentre Antonio si trovava a Padova, nella città di Lisbona un giovane aveva ucciso, di notte, un suo nemico e lo aveva seppellito nel giardino del padre di Antonio. Ritrovato il cadavere, venne accusato il padrone del giardino. Costui cercò di dimostrare la sua innocenza ma non ci riuscì. Il figlio, saputo ciò, mentre predicava a Padova, con il dono della bilocazione si ritrovò a Lisbona e si presentò al giudice, dichiarando l’innocenza del genitore, ma questi non volle credergli. Il Santo, allora, fece portare in tribunale il cadavere dell’ucciso e, tra lo spavento dei presenti, lo richiamò in vita e gli domandò: - E’ stato mio padre a ucciderti? Il risuscitato, mettendosi a sedere sul lettino, rispose: - No, non è stato tuo padre! e ricadde supino, ritornando cadavere. Allora il giudice, convinto dell’innocenza dell’uomo, lo lasciò andare.
A Mondragone l’aneddoto così si recitava:
- Sant’Antonio predicava/ jeva gl’angiulo e ri parlava:
“E vuie state a predicà e a vostro padre ru stanno a ‘mpiccà”/ Sant’Antonio fa riverenza/ a ru popolo cerca licenza/pe putersi arripusà/ ‘nsino a Lisbona aveva arrivà/ Poi si mise a camminare/ La giustizia fa fermà/ Taci taci la giustizia! Pecché stu viecchio adda ì a la morte?
Son nseminate le testimonie/Chistu viecchio un uomo ha ammazzato/Questo vecchio s’adda ‘mpiccà/ “E nuie fede a Dio tenimmo/cu ru muorto ve porto a parlà”/Santo Padre, vuie che dite/ son tre giorni che è seppellito/ In nome di Gesù Sacramentato (da) morte ti sia risuscitato/ parla e dì la verità/si stu viecchio t’a ammazzato/ Chistu viecchiu nun è stato / ma chi morte a me m’a rato/ Dio ru pozza perdunà.


Grazie a Clara Ricciardone e alla sua cara nonna che ci hanno tramandato questa bella orazione popolare
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