L’ Ascensione è una solennità che cade 40 giorni dopo Pasqua e riveste notevole importanza nella liturgia cattolica perché segna la fine del soggiorno terreno di Gesù, il quale, dopo la sua Passione, Morte e Resurrezione, si mostrò agli Apostoli e alle donne per un periodo di 40 giorni; poi ascese al cielo, concludendo la sua permanenza terrena.
Un tempo, nell’antica società contadina, la gente conferiva a questo giorno una particolare “sacralità” e come in tutti i giorni festivi non era consentito fare lavori servili.
A testimonianza di ciò c’è un proverbio abruzzese che assicura che in tale giorno “neanche gli uccelli capovolgono l’ uovo” ; in tale giorno, cioè, non lavorano neanche gli uccelli.
Nel momento in cui Gesù ascendeva al cielo, distaccandosi dalla terra, si avvertiva o meglio si “percepiva” maggiormente quel misterioso collegamento delle forze celesti con la Terra, quel rapporto di congiunzione e di comunicazione tra cielo e terra.
La festa cadeva proprio a primavera inoltrata, in un periodo di grande floridezza della natura, e l’acqua e il latte diventarono, nel tempo, simboli di rigenerazione e purificazione.
Secondo la tradizione, a Mondragone, la sera della vigilia dell’Ascensione, veniva lasciato un bacile colmo d’acqua con tanti petali di rose e foglie verdi profumate su un balcone o sul davanzale della finestra: si credeva che Gesù, alla mezzanotte, salendo al cielo accompagnato dagli Angeli, benedicesse quelle acque.
Al mattino tutti i componenti della famiglia venivano invitati a lavare il viso in quell’acqua fresca e profumata, in segno di purificazione, un gesto simbolico che nonne e mamme ci hanno tramandato nel tempo, una tradizione, che, però, è andata progressivamente esaurendosi.
Nel giorno dell’ Ascensione, inoltre, c’è chi ancora usa, a Mondragone , mangiare per devozione e per tradizione il riso al latte, con zucchero e cannella. Si tratta di un’ usanza antica, pervenuta a noi da altri paesi.
Anticamente poiché nel giorno dell’Ascensione agli uomini non era consentito lavorare, in Basilicata, nell’Irpinia e nel Cilento, il latte non veniva lavorato e i pastori per devozione lo distribuivano gratis ai compaesani al fine di dare la possibilità a tutti di cucinare i cosiddetti “tagliolini dell’Ascensione”, con zucchero e cannella.
C’era la credenza popolare che tenerne per sé anche solo una goccia poteva causare la sterilità delle bestie.
La tradizione si è diffusa nel tempo anche in altri paesi, come nel nostro, dove i tagliolini sono stati sostituiti dal riso.
Probabilmente anche il latte, che è un alimento fondamentale per lo sviluppo e la salute del bambino, ma anche rilevante nella dieta dell’adulto, con il suo candore, in occasione dell’Ascensione, veniva visto simbolicamente come elemento purificatore per la crescita spirituale della persona.
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