A Mondragone, in piazza Umberto, dove inizia la via del Santuario, sulla sinistra, ancora si può vedere la sartoria di Giovanni Coppola, un tempo detta “ A CAMILLUCCIA” perché lì si riunivano i sostenitori di Camillo Federico, autorevole personaggio politico mondragonese, esponente del vecchio partito della Democrazia Cristiana.
Fu sindaco di Mondragone per diversi anni, eletto per due volte alla Camera dei Deputati e infine Presidente della Mostra d’ Oltremare di Napoli.
Si racconta che lì gli amici si ritrovavano a trascorrere le loro serate a parlare delle sorti di Mondragone e di come sognavano il loro paese ma non disdegnavano neanche di parlare del più e del meno.
Quando qualcuno se ne andava poteva capitare che gli altri si mettessero a sparlare del malcapitato, come, di solito, succede un po’ dappertutto perché è proprio l’essere umano, in generale, che è molto portato ad osservare e a dare giudizi in continuazione su eventi, situazioni e persone e niente sfugge agli intransigenti giudici.
Per questo motivo tra quelli che andavano via, qualcuno scherzosamente diceva: - Nuje mo ce ne jamm, me raccumann, mo che ce ne jamm, trattatece buon che nuje simm bravi vuagliun!
Traduco per gli amici non Mondragonesi: - Noi ce ne andiamo, mi raccomando, ora che ce ne andiamo, trattateci bene, cioè non parlate male di noi, perché noi siamo bravi ragazzi!
( Ringrazio l’amica Maria Miraglia, attenta testimone di un passato non troppo lontano di cui si ritrova ad essere ironica e spassosa narratrice).
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