giovedì 8 dicembre 2022

L’ACQUA ALLA FONTANA

QUANDO SI ANDAVA A PRENDERE L’ACQUA ALLA FONTANA

Molti ricorderanno che prima di avere l’acqua corrente in casa, si andava a prendere l’acqua da bere alla fontana, ce n’erano diverse a Mondragone, dislocate in vari punti. Una si trovava a Piazza S. Francesco, proprio dove ora si trova la statua del Santo, a Sant’Angelo ne è rimasto ancora un esemplare.

Oggigiorno, per trovare una soluzione al consumo di plastica e di CO2 si ipotizza di tornare a prendere l’acqua alla fontana, ognuno con i propri contenitori.

Per questo sono nate le Casette dell’acqua, presenti anche a Mondragone. Sono pubbliche postazioni , che erogano acqua potabile di qualità, sono la versione moderna delle fontane pubbliche di una volta, ma non mi sembra che abbiano avuto molto successo.

Quando si andava a prendere l’acqua alla fontana, a volte, bisognava fare la fila perché c’erano diverse persone ad aspettare e potevano sorgere diverbi.

A tale riguardo, Enzina, un’ottantenne di buona memoria, mi ha riferito degli episodi che ci fanno conoscere più nel dettaglio episodi della vita paesana di un tempo, che non sempre scorreva pacifica.

Sua nonna Vincenzina, raccontava che quando era ragazza, una volta era andata alla fontana per attingere l’acqua e un uomo prepotente l’aveva strattonata in malo modo, dicendo: - Lev(a)t tu, c’aggia vench’io! La ragazza ci era rimasta molto male e mentre lui riempiva , lei gli aveva tirato la cannata in testa e se ne era scappata.

Da quel giorno in poi , quando andava alla fontana, nella tasca del grembiule, che si usava indossare sull’abito per non farlo sporcare, portava sempre un paio di forbicine, come arma di difesa. In quelle stesse tasche, poi, facendosi anziana, avrebbe portato solo caramelle e fichi secchi per i bambini.

Sempre Enzina racconta che a Viale Margherita, sul lato sinistro, nei pressi della macelleria D’Addio, prima della chiesa di San Rufino, c’era una fontana con una vasca sotto.

Lì vicino abitava un tale di nome Pauluccio, un po’ abbonato, che, quando andava alla fontana , voleva essere sempre il primo a riempire la cannata.

Allora per passare avanti diceva: - Aggia vench prim io pecché teng ri puciniegli sott a cov! E se qualcuno dissentiva, subito esclamava: - O’, vuò veré che te tir ru zuoccl ‘ncap? Detto fatto, mentre lo diceva già l’aveva fatto.

Per questo quando lo vedevano arrivare, gli cedevano il posto senza obiettare.

Succedeva questo ed altro per le vie dell’antico borgo….
Grazie, come sempre, a Clara Ricciardone



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