Tra le persone rimaste nella memoria popolare mondragonese ce n’è una, in particolare, che viene ricordata soprattutto per la sua attività svolta nella chiesa del Giglio: zi Giuvannina Macera.
La sua famiglia abitava in via IV Novembre, proprio all’inizio della strada, sulla destra.
Si ricorda che dei quattro figli, due maschi e due femmine, una si era fatta suora e aveva preso il nome di suor Concordia e un fratello maschio veniva chiamato “muchacho”, che vuol dire giovane, ragazzo, perché era stato in Argentina.
Giovannina, che non si era sposata, era una persona combattiva e determinata, aveva grinta, come si direbbe oggi. Dedicò tutta la sua vita alla chiesetta del Giglio e al padre anziano, che accudiva.
E’ stata citata anche da Padre Berardo Buonanno nel libro LA CONFRATERNITA DI S. MARIA DEL GIGLIO IN MONDRAGONE. Di lei afferma: Molto si adoperò per l’erigenda nuova parrocchia la signorina Giovannina Macera che, ancor oggi, nonostante l’età avanzata, tiene la chiesa in perfetto stato e anima con zelo le celebrazioni liturgiche.
Marianna Campanile Maria Malaspina
Lei si occupava di tutte le funzioni religiose che si svolgevano nella chiesa ed era presidente dell’ Azione cattolica , che contava, all’epoca più di 70 iscritte. Tutte si recavano a casa sua per imparare i canti da eseguire in chiesa. Alcuni ricordano ancora, quando, davanti all’onorevole Giacinto Bosco, venuto in visita a Mondragone, cantò un inno alla Madonna Incaldana.
Quando era parroco della chiesa il canonico don Luigi De Stasio, detto don Luigino, compì un gesto memorabile, andò a piedi a Sessa Aurunca per chiedere al vescovo Gaetano De Cicco di istituire una nuova parrocchia nella chiesetta e lo ottenne. La stessa richiesta fu fatta anche dalla Confraternita del Giglio.
Nella chiesetta ogni domenica si celebravano tre Messe, una delle quali solo per i bambini.
A don Luigino seguì il sacerdote Francesco Borsone di Nola, detto don Ciccio. Aveva una sorella che sapeva suonare e accompagnava il coro, che, ben affiatato, veniva chiamato anche per cantare ai matrimoni. A don Ciccio seguì don Amato Brodella, scomparso di recente.
La chiesetta era sede, e lo è tuttora, dell’antica e gloriosa Confraternita di S. Maria del Giglio, che fu fondata nel 1778 con decreto di Ferdinando IV di Borbone ed aveva molti iscritti.
Aveva un ruolo importantissimo, a quell’epoca, in cui non esisteva ancora lo Stato assistenziale, e quindi sopperiva alle inadempienze statali, offrendo concretamente assistenza ai poveri, ammalati, ospitalità ai pellegrini, assistenza ai carcerati e così via.
Questa Confraternita, che ha un’illustre storia, ha scritto davvero una pagina bellissima e significativa della storia della nostra gente.
Oltre a ciò, dalla chiesetta, come tutti sanno, uscivano ed escono tuttora i Misteri, cioè le statue dell’Addolorata e di Gesù Morto per le processioni pasquali, a cui tanto siamo legati.
Ecco perché la chiesetta del Giglio, pur essendo piccola, sta a testimoniare la vita religiosa , culturale e sociale della Mondragone del XVIII secolo ed è tanto cara ai Mondragonesi.
Di Giovannina si ricorda anche che fu operata, in giovane età, di tumore al seno, da cui guarì perfettamente.