LA FESTA DELLA DONNA è nata per commemorare la morte di 134 operaie, avvenuta nel 1857, negli USA. Erano state rinchiuse dal padrone nel capannone di una fabbrica per impedir loro di partecipare ad uno sciopero.
Con il passar del tempo, però, questa festa ha perso lo stretto legame con quell’episodio ed è rimasta come occasione per riflettere sulle conquiste sociali delle donne.
La discriminazione e le violenze contro le donne di tutto il mondo sono sotto gli occhi di tutti e il cammino per la parità dei diritti è ancora molto lungo.
La Festa della Donna è diventata, così, un’occasione per festeggiare e celebrare degnamente la donna, quella creatura formidabile e meravigliosa, tante volte offesa, calpestata, vittima di femminicidio, umiliata in tutti i modi, che deve lottare non poco per dimostrare quanto vale, quella donna che deve imparare ad esser forte anche nella debolezza perché sa di non avere alternative, che, se sconfitta, non si arrende mai, che resiste al vento e alle tempeste, che sa accogliere ciò che la vita le presenta e far tesoro del prezioso bagaglio di esperienze, che sa cambiare, trasformarsi e adattarsi a fatti e situazioni, che tante volte cade e si rialza, e sa rinascere dal dolore senza demordere mai.
Sono le donne le vere guerriere, oggi, figlie, mogli, madri, sono quelle che si anticipano il lavoro, programmano, perché tutto proceda, lavoro e famiglia, sono quelle che mettono sempre il cuore in quello che fanno, anche se sanno che prima o poi se lo ritroveranno pugnalato, sono capaci di curare il corpo e anche l’anima, sanno ascoltare , consigliare, incoraggiare, ti sono vicine con la loro sensibilità e tenerezza, si emozionano nel vedere un cielo stellato e si soffermano incantate davanti alla bellezza di un fiore.
Eppure da sempre sono state considerate esseri inferiori, anche se con l’emancipazione femminile, in alcuni Paesi più civili, pare abbiano conquistato la parità dei diritti.
Penso, però, alle donne dei Paesi musulmani integralisti, che vengono calpestate ogni giorno nei diritti e nella dignità, sottoposte a torture indicibili già dall’infanzia. Quanta forza devono trovare in se stesse per vivere o meglio sopravvivere in una società così retrograda e irrispettosa. Chissà se e quando riusciranno a togliersi quel velo per far vedere il proprio volto e far valere i propri diritti.
Penso a quelle donne che nella vita devono portare certi pesi grossi come macigni più grandi di loro, eppure lo fanno, con tanta paura ma con coraggio e caparbietà, in silenzio, a testa bassa , piangendo lacrime amare, lo fanno e si sacrificano fino all’inverosimile per portare avanti le loro situazioni perché c’è in gioco la loro dignità, e ci riescono.
Alla fine si chiedono come hanno fatto e si rendono conto di quanto valgono perché sanno che devono ringraziare solo se stesse, e solo alla fine imparano ad amarsi e ad apprezzarsi.
Sarà per questo che il Signore, quando ha creato l’uomo, gli ha messo a fianco una creatura così: debole e forte, tenace, intelligente, perseverante, amorevole, sensibile, paziente, pronta ad aiutare, incoraggiare, supportare, un vero angelo senz’ ali e d’altra parte, sulla terra non c’era bisogno di volare….
Auguro a tutte le donne del mondo che possano un giorno vedere riconosciuti i propri diritti di esseri umani e di poter realizzare i loro sogni e i loro progetti di vita.
Alle donne, tutte belle, al di là delle caratteristiche fisiche, per i sogni che si portano dentro, per il sorriso, per le emozioni, per quella sensibilità tutta femminile, alle donne piene di vita e di calore, che hanno nello sguardo dignità e amore per chi le sa guardare.
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