venerdì 27 ottobre 2023

L’ORAZIONE DI SAN SIMONE

 Il 28 ottobre la Chiesa ricorda la figura di S. Simone apostolo insieme a S. Giuda Taddeo.


A Mondragone, quando si era affetti da dolori addominali, si ricorreva a qualche donna che conosceva l’orazione di san Simone "pe ingiarmà ru maistrone" cioè per far passare il mal di pancia.
La parola inciarmare nel dialetto napoletano derivava dalla lunga dominazione francese a Napoli e denotava l’incantesimo dei serpenti; poi con il tempo, passò a designare l’operato del ciarlatano e dell’impostore.
A Mondragone l’ inciarmatore era la persona che con preghiere e rituali curava e guariva le malattie, segnando, facendo cioè segni di croce sulla parte ammalata. Non era difficile trovare in ogni famiglia qualche zia, mamma o nonna che avesse la virtù di curare alcuni mali, tra cui il mal di pancia. L’ “inciarmatrice” faceva distendere l’ammalato e massaggiando la pancia con dell’olio di oliva recitava o meglio mormorava sottovoce l’orazione perché le parole non fossero sentite né divulgate.
Santu Simone in pellegrinaggio jeva
A casa de nu cuntadino s’alluggette
Maritu roce e mugliera amara
Lietto de paglia e vrole de ciceri
Maistrone fatti llà
San Simone andava pellegrino (forestiero).
In casa di un contadino s’alloggiò
Marito dolce e moglie amara
Letto di paglia e acqua di cottura di ceci
Mal di pancia vai via
L’ episodio narra di san Simone, che, pellegrinando, chiese ospitalità in casa di un buon contadino che aveva, però, la moglie malvagia. La donna, avara e inospitale, offrì a san Simone solo un giaciglio di paglia per dormire e al posto del cibo solo acqua di cottura dei ceci, provocando in lui il mal di pancia, causato dal digiuno, che è non riferito nel testo, ma sottinteso.
Ecco perché la donna guaritrice, rievocando questo episodio con fede e devozione, intima al mal di pancia di andar via.
Anche in Sicilia si recitava un’orazione simile.
La somiglianza delle due orazioni sta a dimostrare che talvolta alcune tradizioni nascono da riti e formule precedenti, di cui si è venuti a conoscenza e dalla continua mescolanza di culture, che arricchisce le tradizioni autoctone, come da sempre è avvenuto nella storia dell’umanità.
San Simone veniva soprannominato “Cananeo” o “Zelota” per distinguerlo da Simon Pietro. Il Vangelo parla poco di lui, ma sappiamo che faceva parte del gruppo degli Apostoli. Ricevuto, insieme agli altri, lo Spirito Santo nel giorno di Pentecoste, predicò la Parola ai popoli dell’Egitto e della Mauritania. Recatosi in Persia, fu assalito e crocifisso da sacerdoti idolatri.
San Giuda fu soprannominato “Taddeo” per non confonderlo con Giuda, il traditore di Gesù. Era figlio di Cleofa e Maria, una cugina della Vergine. Predicò nelle Indie, in Samaria, in Siria e in Persia , dove subì il martirio , suggellando con il sangue i suoi insegnamenti.
( Ringrazio @Andrea Capuano, appassionato studioso di folclore e cultura mondragonese, che mi ha fatto conoscere quest’antica orazione).

lunedì 16 ottobre 2023

COMM STAJE ‘NTUFAT!

COMM STAJE ‘NTUFAT! E’ un’espressione che si usa a Mondragone ma anche nel Napoletano, quando si vede qualcuno arrabbiato, talmente pieno di astio che sembra stia per scoppiare.
Amedeo Colella, scrittore e umorista napoletano ci riferisce che deriva dal termine “tofa”, una grossa conchiglia, alla cui estremità, un tempo, veniva praticato un foro, nel quale si soffiava, immettendo fiato, per suonare, come si fa con il corno.
Non era semplice suonare la tofa, bisognava soffiare con forza, le guance si gonfiavano a dismisura fin quasi a scoppiare, e da qui nasce l’espressione “ntufat” che vuol dire, appunto, troppo pieno di rabbia o comunque di malcontento.
La tofa, che dal punto di vista etimologico, deriva dal termine osco-sannita “tufa” che vuol dire conchiglia, è stata la prima forma di radio marittima perché veniva usata come strumento di comunicazione.
Nei secoli scorsi, quando una piccola flotta andava a pescare, se una delle imbarcazioni individuava il banco di alici o di altro pesce, lo comunicava a tutte le altre, suonando la tofa.
I marinai vendevano le tofe ai contadini, che le usavano come sirene.
Quando, infatti, si mettevano a seccare i fichi secchi, i pomodori o altro, essi suonavano la tofa per avvisare le famiglie che bisognava metterli al riparo perché stava arrivando il maltempo dal mare.
A Napoli , nei Quartieri Spagnoli c’è addirittura un “Vicolo della tofa”, cosiddetto perché da lì, guardando verso il mare, si inquadrano le sirene delle navi, dette tofe.



mercoledì 11 ottobre 2023

SEMPRE IN VIAGGIO…

  Siamo sempre in viaggio in questa vita, sempre in cammino.
Si dice che la vita stessa sia un viaggio, un meraviglioso viaggio, nonostante i problemi e le difficoltà, un viaggio che ricomincia ogni giorno per imparare, per mettersi alla prova e realizzare i propri sogni e il proprio destino, un viaggio alla scoperta del mondo e un altro dentro di noi.
Il viaggio più impegnativo e a volte più doloroso è senza dubbio quello che facciamo dentro di noi per andare a guardare le nostre profondità, per cercare la verità nella nostra storia, per conoscerci e per conoscere meglio così anche gli altri, per vedere le nostre ferite e per curarle con amore e guarirle, perché se quelle ferite non dipendono da noi, la loro comprensione, la guarigione ed evoluzione sì, dipendono proprio da noi, per guardare negli occhi le nostre paure e chiamarle per nome, perché grazie ad esse abbiamo sperimentato la nostra forza, ed è da lì che è nato il nostro coraggio, per guardare quel dolore che ci accompagna da tempo, per accoglierlo e parlargli perché questa è la via della guarigione, per entrarvi dentro senza paura di attraversarlo, per sentirlo proprio tutto, per tutto il tempo necessario, ma senza rimanervi impantanati, per potergli dire che abbiamo capito il messaggio e che lo ringraziamo per ciò che ci ha voluto dire ma che ora può andare, non ne abbiamo più bisogno.
E’ un viaggio lungo, ci vuole pazienza ed umiltà ed un allenamento continuo.
“Conosci te stesso” diceva Socrate e sant’Agostino aggiungeva “Non uscire fuori, rientra in te stesso: nell’uomo interiore abita la verità”
E’ un viaggio che ci tocca fare se non vogliamo rimanere dei perfetti sconosciuti a noi stessi, se vogliamo vedere il cambiamento, se vogliamo migliorarci e vivere con consapevolezza e non reagire inconsapevolmente.
L’importante è iniziarlo questo viaggio e come diceva il saggio Lao Tzu “Anche un viaggio di mille miglia incomincia con un singolo passo”. Poi il resto viene da sé, un po’ alla volta, passo dopo passo.






PER LE VIE DEL BORGO

  Non sempre la vita scorreva tranquilla, a volte la litigiosità era all’ordine del giorno, quando persone dal carattere molto permaloso e risentito, vedevano l’offesa anche dove non ce n’era neanche l’intenzione.
A tale proposito, riporto integralmente un episodio, raccontato da Maria Miraglia, che ringrazio
per avercelo fatto conoscere.
Si racconta che nei pressi del santuario di S. Maria Incaldana abitavano due famiglie, una di fronte all’altra, in cui erano le donne a prevalere per numero, e non passava giorno che non litigassero.
Le cause erano spesso insignificanti, bastava un po’ d’acqua buttata in strada in malo modo, una parola detta di troppo per scatenare un putiferio, volavano da una parte all’altra della strada non solo parole sconce e indecenti, ma anche arnesi e alimenti.
Chiunque malauguratamente si trovava a passare di là, ne pagava le conseguenze. Una delle due famiglie, in particolare, vendeva frutta e verdura, che il più delle volte, diventavano un mezzo violento per colpire l’obiettivo umano.
Si dice che in una di queste loro azzuffate si trovò a passare di là un salumiere, noto a tutti per la sua eleganza nel vestire.
Quel giorno indossava un vestito di lino bianco, camicia a righe, cravatta a tema e cappello di paglia, un borsalino.
Vista la focosità del litigio, conoscendo bene le due famiglie, il poverino cercava di mettere la pace, quando dalla frutteria gli arrivò una grossa e matura pesca che si andò ad infrangere sul bianco vestito.
Infastidito e irritato moltissimo per l’accaduto, gridò alle litiganti: - Acc(e)ritev! Vuje nun v’ammer(e)tat nient!
Si racconta ancora che sempre la focosa signora della frutteria, era solita ogni giorno recarsi al Comune, che allora si trovava in piazza Umberto, sempre alla stessa ora, l’ora di pranzo, per chiedere notizie sui contributi del terremoto dell’ ’80 per il suo negozio, che aveva subito danni oppure per accusare i propri vicini, date le beghe ricorrenti.
Ebbene, al solo sentire la voce squillante della signora, si dileguavano tutti, sindaco e amministratori.

 







martedì 10 ottobre 2023

SEMPRE IN VIAGGIO


SEMPRE IN VIAGGIO… Siamo sempre in viaggio in questa vita, sempre in cammino.
Si dice che la vita stessa sia un viaggio, un meraviglioso viaggio, nonostante i problemi e le difficoltà, un viaggio che ricomincia ogni giorno per imparare, per mettersi alla prova e realizzare i propri sogni e il proprio destino, un viaggio alla scoperta del mondo e un altro dentro di noi.
Il viaggio più impegnativo e a volte più doloroso è senza dubbio quello che facciamo dentro di noi per andare a guardare le nostre profondità, per cercare la verità nella nostra storia, per conoscerci e per conoscere meglio così anche gli altri, per vedere le nostre ferite e per curarle con amore e guarirle, perché se quelle ferite non dipendono da noi, la loro comprensione, la guarigione ed evoluzione sì, dipendono proprio da noi, per guardare negli occhi le nostre paure e chiamarle per nome, perché grazie ad esse abbiamo sperimentato la nostra forza, ed è da lì che è nato il nostro coraggio, per guardare quel dolore che ci accompagna da tempo, per accoglierlo e parlargli perché questa è la via della guarigione, per entrarvi dentro senza paura di attraversarlo, per sentirlo proprio tutto, per tutto il tempo necessario, ma senza rimanervi impantanati, per potergli dire che abbiamo capito il messaggio e che lo ringraziamo per ciò che ci ha voluto dire ma che ora può andare, non ne abbiamo più bisogno.
E’ un viaggio lungo, ci vuole pazienza ed umiltà ed un allenamento continuo.
“Conosci te stesso” diceva Socrate e sant’Agostino aggiungeva “Non uscire fuori, rientra in te stesso: nell’uomo interiore abita la verità”
E’ un viaggio che ci tocca fare se non vogliamo rimanere dei perfetti sconosciuti a noi stessi, se vogliamo vedere il cambiamento, se vogliamo migliorarci e vivere con consapevolezza e non reagire inconsapevolmente.
L’importante è iniziarlo questo viaggio e come diceva il saggio Lao Tzu “Anche un viaggio di mille miglia incomincia con un singolo passo”. Poi il resto viene da sé, un po’ alla volta, passo dopo passo.