Tutti conoscono il famoso poeta del ‘300, Francesco Petrarca, il suo amore per Laura, decantata nelle sue più belle poesie.
Negli ultimi anni di vita Petrarca si ritirò a vivere in un paesino, sui Colli Euganei, in provincia di Padova, che da lui prende il nome, Arquà Petrarca, che io ho avuto la fortuna di visitare.
Non tutti sanno che un giorno gli si presentò una gatta a tenergli compagnia e per lei il Poeta arrivò a provare un affetto così profondo da paragonarlo all’amore per Laura.
Lo scrisse lui stesso in una lettera, indirizzata all’amico Giovanni Boccaccio: - Laura, l’amore della mia vita, che la peste mi ha portato via già da un’ eternità, ad Avignone, ancora adesso, dopo molto tempo dalla sua morte , è la regina incontrastata del mio cuore. Eppure un giorno, ormai quasi due estati fa, una gatta è entrata a far parte della mia vita, insidiandone il primato. Da allora, questi due esseri si contendono lo scettro del mio cuore, combattendo una lotta travagliata, che ancora non ha un vincitore sul campo di battaglia dei miei pensieri e dei miei sentimenti.”
E poi prosegue con la descrizione della gatta: - La gatta ha macchie di tre colori diversi, come pochi in questa zona, zampe lunghe e carattere dolce. Il suo mantello è morbido come la più raffinata delle sete ma sono gli occhi, quel che la rende speciale. .. Il suo occhio sinistro è verde brillante come un lago di montagna, l’altro è del misterioso colore dell’ambra luccicante. E’ entrata nella mia casa e nel mio cuore un bel giorno d’estate mentre stavo completando la mia raccolta “De viris illustribus”.
E prosegue: - …. I libri sono stati sempre l’amore della mia vita. Per questo quando morirà sarà imbalsamata e la sua memoria onorata per sempre. .. Ti farebbe piacere comporre un epigramma (breve poesia) per l’epitaffio? ( versi per la celebrazione di un defunto) Te lo chiedo come mio ultimo desiderio, io non sono nella condizione di farlo. La amo troppo e non potrei celebrare la sua morte prima del tempo.
Boccaccio non riuscì ad il desiderio del poeta ma alla fine del ‘500, uno dei proprietari successivi della casa espose in una nicchia, conservata in una teca di vetro, una gatta imbalsamata, in ricordo della gatta del Petrarca.
La casa, oggi di proprietà del Comune di Padova, è sempre meta letteraria di tanti visitatori, curiosi di vedere l’ultima dimora del grande poeta.