LA MADONNA INCALDANA NELLA CHIESA DI SAN FRANCESCO
Quest’anno si festeggiano i 400 anni della discesa della Sacra Icona di Santa Maria Incaldana in città 1624-2024.
Volendo fare una ricostruzione storica più precisa e dettagliata occorre ricordare che la Sacra Icona è stata portata inizialmente nella chiesa di San Francesco e poi, in seguito, in quella di San Giovanni Battista.
Sia la chiesa di San Francesco che quella di San Giovanni Battista furono costruite dai Carafa della Stadera, duchi di Mondragone, la prima nel 1480 e la seconda nel 1593.
Già dopo l’incendio dei Turchi avvenuto nel 1560, di cui ci riferisce il Pratilli nell’opera “Della Via Appia”, pag. 241, si decise di trasferire la Sacra Icona nel centro abitato, nella chiesa dell’Annunziata, che dai documenti francescani risulta essere la chiesa di San Francesco, che inizialmente si chiamava dell’Annunziata.
Lo attestano il vescovo Francesco Gonzaga nell’opera “De origine seraphicae religionis” pag. 526 e Luca Wadding, francescano e storico irlandese nell’opera “Annales Minorum” vol. XV pag. 383.
Nel 1569, poi, arrivarono i Carmelitani a prendere possesso del Santuarietto del Belvedere e la Sacra Icona ritornò nella chiesetta restaurata.
In seguito, dopo 55 anni di permanenza a Mondragone, nel 1624, i Carmelitani furono costretti ad abbandonare quel luogo per l’eccessiva lontananza dal centro abitato e per il pericolo delle continue scorrerie dei Turchi e la Sacra Icona venne traslocata nella chiesa di San Giovanni Battista, dove rimase definitivamente.
Anche successivamente la Sacra Icona è stata custodita per un certo periodo nella chiesa di S. Francesco, dal 1834 al 1846 circa, a causa di lavori di restauro della Chiesa Madre.
Ce ne danno testimonianza alcuni documenti dell’Archivio Vescovile di Sessa Aurunca e il notaio carinolese Luca Menna nell’opera “Saggio istorico sulla città di Carinola” vol II pag. 128-129.
Il Menna racconta un prodigio verificatosi, in quel periodo, nella detta chiesa.
Nell’agosto del 1839 “una donna, di cui si tace il nome, rubò tutto o la maggior parte dell’oro di detta Sacrosanta Vergine , ch’era riposto nella sua nicchia …ma calando la donna col furto, fu assalita da colpo apoplettico e cadde semiviva in modo che carponi a terra , appena ebbe la forza di allontanarsi pochi passi dall’altare da cui era calata ; trovata la mattina in questo stato, fu interrogata ma non rispose perché priva di favella, la quale ritornata per intercessione di questa pietosa Madre, palesò il delitto, si pentì dell’errore e, dopo confessata, immantinenti nel luogo cessò di vivere”.
(Il disegno nella foto è tratto dal libro “Memorie sul culto di Maria SS Incaldana” del prof. Antonio Sementini)
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