Oggi si festeggia L’Ascensione del Signore.
Per la precisione, la data di questa festività, quest’anno, è coincisa con il giovedì, 9 maggio, perché è in quella data che sono passati i 40 giorni dalla Resurrezione ma la festa, come si sa, è stata spostata alla domenica già da molti anni.
La torta di riso è una rielaborazione , per così dire, del riso al latte, che si prepara per l’Ascensione, secondo un’antica tradizione.
Al riso cotto nel latte, basta aggiungere lo zucchero, quando è ancora caldo, poi gli aromi: vaniglia, cannella, scorza di limone grattugiata, uvetta a piacere.
Quando il riso è freddo si aggiungono le uova sbattute. Non c’è bisogno di fare il contenitore di pasta frolla come per la pastiera. Si versa il contenuto direttamente in teglia, mettendo sotto la carta forno.
Anche con la tortina di riso, semplice e delicata, siamo sempre nel rispetto della tradizione.
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I RITI DELL’ASCENSIONE: L’ ACQUA DI ROSE E IL RISO AL LATTE
L’ Ascensione è una solennità che cade 40 giorni dopo Pasqua e riveste notevole importanza nella liturgia cattolica perché segna la fine del soggiorno terreno di Gesù, il quale, dopo la sua Passione, Morte e Resurrezione, si mostrò agli Apostoli e alle donne per un periodo di 40 giorni; poi ascese al cielo, concludendo la sua permanenza terrena.
Un tempo, nell’antica società contadina, la gente conferiva a questo giorno una particolare “sacralità” e come in tutti i giorni festivi non era consentito fare lavori servili.
A testimonianza di ciò c’è un proverbio abruzzese che assicura che in tale giorno “neanche gli uccelli capovolgono l’ uovo” ; in tale giorno, cioè, non lavorano neanche gli uccelli.
Nel momento in cui Gesù ascendeva al cielo, distaccandosi dalla terra, si avvertiva o meglio si “percepiva” maggiormente quel misterioso collegamento delle forze celesti con la Terra, quel rapporto di congiunzione e di comunicazione tra cielo e terra.
La festa cadeva proprio a primavera inoltrata, in un periodo di grande floridezza della natura, e l’acqua e il latte diventarono, nel tempo, simboli di rigenerazione e purificazione.
Secondo la tradizione, a Mondragone, la sera della vigilia dell’Ascensione, veniva lasciato un bacile colmo d’acqua con tanti petali di rose e foglie verdi profumate su un balcone o sul davanzale della finestra: si credeva che Gesù, alla mezzanotte, salendo al cielo accompagnato dagli Angeli, benedicesse quelle acque.
Al mattino tutti i componenti della famiglia venivano invitati a lavare il viso in quell’acqua fresca e profumata, in segno di purificazione, un gesto simbolico che nonne e mamme ci hanno tramandato nel tempo, una tradizione, che, però, è andata progressivamente esaurendosi.
Nel giorno dell’ Ascensione, inoltre, c’è chi ancora usa, a Mondragone , mangiare per devozione e per tradizione il riso al latte, con zucchero e cannella. Si tratta di un’ usanza antica, pervenuta a noi da altri paesi.
Anticamente poiché nel giorno dell’Ascensione agli uomini non era consentito lavorare, in Basilicata, nell’Irpinia e nel Cilento, il latte non veniva lavorato e i pastori per devozione lo distribuivano gratis ai compaesani al fine di dare la possibilità a tutti di cucinare i cosiddetti “tagliolini dell’Ascensione”, con zucchero e cannella.
C’era la credenza popolare che tenerne per sé anche solo una goccia poteva causare la sterilità delle bestie.
La tradizione si è diffusa nel tempo anche in altri paesi, come nel nostro, dove i tagliolini sono stati sostituiti dal riso.
Probabilmente anche il latte, che è un alimento fondamentale per lo sviluppo e la salute del bambino, ma anche rilevante nella dieta dell’adulto, con il suo candore, in occasione dell’Ascensione, veniva visto simbolicamente come elemento purificatore per la crescita spirituale della persona.
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