A Mondragone la processione del Corpus Domini è una delle più sentite a livello popolare, in essa si manifesta pubblicamente la fede del popolo di Dio, che celebra la presenza reale del Corpo di Cristo nell’Eucarestia.
Tutto il paese si mobilita per un appuntamento così importante e il popolo mondragonese manifesta, a modo suo, la venerazione, l’amore e il rispetto in questa manifestazione, con ciò che ha di più bello, con i canti , la musica , le preghiere, con le campane che suonano a festa, con le bianche coperte di lino che sventolano ai balconi, con i cesti pieni di petali di fiori ed erbe profumate, che vengono versati in strada al passaggio dell’Ostia Santa, oggi sostituiti dalle infiorate, ancora più belle, preparate con amore e dedizione, anche di notte.
Ogni anno la Confraternita del Giglio, per tradizione, appende in cima allo stendardo le primizie della terra mondragonese: il grappolino d’uva, ancora acerba, le pere piccoline, le melelle di San Giovanni, i ficoni… , in segno di gratitudine e di riconoscenza per questa terra così ricca e feconda.
L’offerta simbolica di quei frutti vuole esprimere un profondo ringraziamento perché è proprio grazie ai frutti della terra, oltre all’aria e all’acqua, che è possibile la nostra vita.
Diversi anni fa, nel giorno del Corpus Domini, una giovane donna, incinta, stava ferma a un lato della strada per assistere al passaggio della processione.
Quando le sfilò davanti agli occhi la Confraternita del Giglio, osservò lo stendardo, che, in cima, aveva i bei frutti.
Quelli erano davvero i primi frutti dell'estate, quando si praticava un'agricoltura rispettosa dell'ambiente e della stagionalità, oggigiorno con l'agricoltura moderna, intensiva e globalizzata, a Natale si possono vedere le fragole e le ciliege...
La suocera, che le stava accanto, se ne accorse e le disse: - Hai visto i frutti ? Ne hai avuto voglia? - No – si scherniva la ragazza – ho solo guardato ma non ho avuto voglia! – ma la suocera, imperterrita, ribatté: - Non ti preoccupare! Ci penso io!
Appena finì la processione, seguì il priore, che, con gli altri membri della confraternita, si recava al Giglio e chiese se poteva avere i frutti per la nuora incinta e glieli portò immediatamente.
Fu un gesto affettuoso di una suocera per la nuora. Quei frutti, un elemento profano del territorio, offerti a Cristo, ora ritornavano ad una mamma in attesa per nutrire una nuova vita, dono sacro e inviolabile.
Quel gesto ci dà il senso di come la vita quotidiana si intrecci di continuo con la dimensione spirituale, con qualcosa che va oltre la quotidianità, in connessione costante con qualcosa di molto più grande.
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