IL FUOCO DI SANT’ANTONIO Fino a pochi decenni fa, a Mondragone, c’era la tradizione del fuoco di Sant’Antonio.
La sera del 12 giugno, vigilia della festa di Sant’ Antonio, i vari rioni si illuminavano nel ricordo di un antico rito.
Era un rito collettivo, i vicini di casa raccoglievano rami secchi, sedie rotte, mobili vecchi ecc ed accendevano grandi fuochi in onore del Santo.
Nel Rione San Francesco il fuoco si accendeva all’incrocio tra via Elena, Via Trento, Via Fiumara, Via Padule e Via Giardini.
Tutti si radunavano intorno al fuoco, affascinati da quell’ elemento di purificazione e trasformazione, di connessione con il sacro e il divino, un mondo che va oltre noi e di cui tutti facciamo parte, consapevolmente e inconsapevolmente.
Il rito, con il tempo, è andato scomparendo ma ancora qualcuno lo ripete, a S. Angelo, un rione sempre rispettoso delle tradizioni.
In realtà l’accensione del fuoco è un rito che si faceva e che si fa tutt’oggi in onore di S. Antonio abate, l’anacoreta del deserto, da cui S. Antonio di Padova volle prendere il nome.
Con il passare dei secoli , nell’immaginario collettivo le ritualità si sono confuse e sovrapposte , trasferendosi da un santo all’altro, come spiega l’antropologo Marino Niola.
A volte, tra i due Santi nasce un po’ di confusione specie quando i loro nomi non sono affiancati da necessarie precisazioni che li identificano.
Sant’ Antonio di Padova è un santo medioevale, vissuto nel XII sec. , legato alla predicazione e alla vita religiosa mentre Sant’ Antonio Abate è un eremita egiziano, vissuto nel III sec. , considerato patrono degli animali e legato alla vita monastica.
La leggenda narra che in un tempo antico la Terra era fredda, non esisteva il fuoco e gli uomini non trovavano calore.
Così Sant’Antonio scese nell’Inferno portando con sé un maialino, il quale incominciò a girare e a creare scompiglio, per cui i diavoli chiesero al Santo di riprenderselo.
Il Santo intanto aveva con sé un bastone di ferro, che poggiò sul fuoco infernale e ne assorbì il calore.
Una volta uscito dall’Inferno, il bastone sprigionava scintille di fuoco e così il mondo ebbe il dono del fuoco e la possibilità di scaldarsi.
La foto ritrae l'accensione del fuoco davanti alla chiesa di S. FRANCESCO
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