Recita un detto mondragonese:
Cann(e)lora, Cann(e)lor, stat rint e viern for
Risponn san Biasij: Viern ce trase
Oppure
San Biasij lu sole pe le case
Ed ancora:
Rispunnett a vicchiarell: Tann viern è for quann a foglij d fic addvent comm na ciamp d bov!
Quando non si seguivano le previsioni del tempo in TV erano la memoria e le tradizioni popolari a venire in aiuto ai nostri nonni. Tanti erano i detti e i proverbi a cui si dava molta importanza, quasi delle regole con cui scandivano i vari periodi dell’anno.
La Candelora è, senza dubbio, una ricorrenza cristiana, ma come ogni festa che si rispetti, anch’essa porta con sé un alone di leggenda e di fantasia. Infatti, poiché il 2 febbraio, è una data che si avvicina alla fine dell’inverno, nella tradizione popolare, al significato religioso della festa si è sovrapposto un significato per così dire “metereologico”; il 2 febbraio, infatti, è ritenuto una sorta di porta tra l’inverno, quasi al suo declino e la primavera ormai imminente e ci permette di ipotizzare come evolverà la seconda parte della stagione fredda. Ecco perché Il proverbio recita: - Cannelor Cannelor, stat rint e viern for! Risponn san Biasio: - Viern c(e) tras!nel senso che il tempo è molto incerto in questo periodo tanto che a volte sembra che stia per venire l’estate e il giorno dopo sembra che stia per venire l’inverno. Lo stesso san Biagio, in un proverbio dice:- Viern ce trase e in un altro: - Lu sole p l case, cioè nello stesso giorno, una volta sembra che arrivi l’inverno e una volta che arrivi l’estate. Risponde, infine, la saggia vecchierella e dice che allora l’inverno sarà finito davvero quando la foglia di fico diventerà grande quanto una zampa di bue.
Anche negli negli USA questo giorno ha un significato simile, è il cosiddetto “giorno della marmotta”, sta a significare che se la marmotta esce dalla tana e vede sul terreno la sua ombra (segno che c’è il sole) vorrà dire che non è ancora tempo di terminare il letargo; al contrario, un cielo nuvoloso e niente ombra significano che l’inverno è agli sgoccioli.
La festa della Candelora, in realtà, ricorda la Presentazione di Gesù Bambino al tempio di Gerusalemme. Secondo la legge di Mosè ogni primogenito maschio del popolo ebraico era considerato offerto al Signore ed era necessario che i genitori lo riscattassero con l’offerta di un sacrificio. La festa è detta anche della Purificazione della Vergine Maria perché secondo l’usanza ebraica, dopo 40 giorni dalla nascita di un figlio maschio, la madre, considerata impura, doveva recarsi al tempio di Gerusalemme per purificarsi, come si legge nelle Sacre Scritture:
“Quando una donna sarà rimasta incinta e darà alla luce un maschio, sarà immonda come nel tempo delle sue regole. L’ottavo giorno si circonciderà il bambino. Poi essa resterà ancora 33 giorni a purificarsi dal suo sangue, non toccherà alcuna cosa santa e non entrerà nel santuario finché non siano compiuti i giorni della sua purificazione ( Levitico 12, 2-4)
Così la Purificazione della Vergine Maria si festeggia Il 2 febbraio perché cade esattamente 40 giorni dopo il 25 dicembre ovvero dopo la nascita di Gesù.
La festa è chiamata della Candelora perché in quel giorno si benedicono e si distribuiscono le candele ai fedeli. Il perché di questo antico rito si trova nelle parole pronunciate da Simeone, mentre teneva in braccio Gesù:
“Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo , Israele”(Luca 2, 29-32).
Cristo è la “luce” per illuminare le genti, da cui il chiaro riferimento alle candele. Le candele che si prendevano in chiesa in questa festa, venivano custodite con devozione, nell’antica società contadina, appese accanto al letto, vicino alle immagini sacre per essere accese nei momenti di pericolo e di sventura, nei forti temporali; si ricorreva ad esse anche nelle malattie.
Tra la ricorrenza cristiana della Candelora e le tradizioni popolari concernenti il tempo metereologico c’è l’analogia della luce; i cattolici benedicono le candele, simbolo della luce, cioè di Gesù, mentre la tradizione popolare si riferisce alla luce solare, foriera di primavera.
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