Ritornando alla pandemia della Spagnola, essa si diffuse rapidamente anche perché coincise con gli eventi bellici della prima guerra mondiale. I soldati vivevano ammassati nelle trincee, favorendo così la diffusione del virus ma a ciò si aggiungevano anche la malnutrizione, la scarsa igiene e gli ospedali da campo sovraffollati. A volte si verificavano casi di morte apparente come ci racconta Antonio Pompeo, di cui riporto integralmente la testimonianza:
Una cosa del genere successe a mio nonno, Giovanni Palumbo, durante la prima guerra mondiale. Al freddo della trincea, aveva contratto una polmonite fortissima e a causa della febbre molto alta, andò in coma. Quel giorno mancava l'ufficiale medico, così l'infermiere non molto esperto, pensò che fosse morto e, senza troppi scrupoli, fu portato nella camera mortuaria in attesa di essere seppellito. Passarono due giorni quando finalmente ritornò il Tenente medico che chiese del soldato Giovanni Palumbo, suo attendente, nonché suo omonimo, ma l'infermiere gli riferì che era deceduto. Il Tenente allora volle dargli l'ultimo saluto e mentre gli scopriva il viso, le sue dita esperte, riuscirono a percepire un barlume di calore sotto il naso. Questi pensò che fosse strano che una persona morta da 48 ore conservasse ancora del calore e cosi prese uno specchietto, glielo mise sotto al naso e vide che il vetro si appanno' e da li capì che mio nonno era ancora vivo. Così lo riportarono nell'ospedale da campo dove grazie alle sue cure si riprese del tutto.
GRAZIE, Antonio Pompeo
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