sabato 10 aprile 2021

LE PROCESSIONI PASQUALI


LE PROCESSIONI PASQUALI

La comunità mondragonese è stata da sempre conservatrice di tradizioni, usi e costumi tramandati dagli antenati e le processioni pasquali ne sono un esempio.
Le processioni del Venerdì e del Sabato Santo , molto sentite e partecipate, sono proprio lo specchio del patrimonio religioso e culturale del nostro paese. Si ripetono invariate da secoli, anche se con aggiunte e modifiche e rappresentano momenti forti della religiosità mondragonese.
La MATTINA del VENERDI’ SANTO c’è una processione per così dire “tecnica”, in gergo mondragonese si dice: “jesceno ri Misteri” ossia alle ore 10, con partenza dalla chiesa del Giglio, vengono portate in processione le statue di Gesù Morto, dell’ Addolorata e della Pietà, detta delle Tre Marie. La statua dell’ Addolorata viene portata nella chiesa di san Francesco e quella di Gesù Morto e delle Tre Marie nella Chiesa Madre.
Nel pomeriggio, secondo la tradizione, si tengono le prediche delle tre ore di Agonia al Vescovado e della Desolata a san Francesco, una volta molto sentite dai fedeli.
La processione del VENERDI’ SANTO SERA , detta di Gesù Morto, viene organizzata dalla chiesa di S. Angelo; essa fu istituita dal parroco Verdolotti agli inizi del secolo scorso, nel 1911, come viene evidenziato dal prof. Raffaele Fiore. E’ un lungo corteo che inizia con la banda, seguita dai misteri commemorativi portati dai devoti ossia i simboli con cui si fa memoria del dramma di Cristo: quadri raffiguranti la sua Passione e Morte, corone di spine , croci e calici adornati di fiori, funi, flagelli; seguono le donne che, vestite di nero e a capo chino, portano il “lenzuolo”, simbolo di quello che avvolse il corpo di Cristo , e ancora i figuranti, che rappresentano personaggi storici che fecero parte della vita di Gesù: Pilato, il centurione, i soldati, le ancelle ecc.
Una lunga fila di donne vestite a lutto avanza lentamente con il capo coperto e chino, a volte a piedi scalzi, recando in braccio grossi e pesanti ceri: sono proprio loro che ogni anno esprimono in maniera viva e drammatica la sofferenza umana associata a quella di Cristo; ognuna con il suo dolore chiede a Lui di fare da intercessore presso il Padre, ognuna compie il voto per chiedere una grazia o per ringraziare del beneficio ricevuto.
Segue la statua di Gesù morto, preceduta dall’ Angelo, l’unico di tutta la processione, che rappresenta l’Angelo del Getsemani, che affiancò Gesù e lo consolò nelle ore estreme della sua vita. Ogni anno, per antica tradizione, l’Angelo, simbolo di bellezza e di purezza, deve essere assolutamente scelto solo ed esclusivamente tra le ragazze di s. Angelo. Questo antico “privilegio” innesca una certa gelosia tra gli abitanti degli altri rioni ed è per questo che nella processione degli Angioletti del sabato santo si vede sfilare anche qualche angelo grande simile a quello del venerdì sera.
Ai lati dell’Angelo, una volta, erano gli studenti universitari della FUCI ( Federazione Universitaria Cattolica Italiana) a scortare il Cristo Morto, con il caratteristico cappello goliardico a punta, dai diversi colori, a seconda della facoltà di studio intrapreso, tra due ali di folla, in religioso silenzio; usanza, questa, che con il tempo è andata perduta.
Di tanto in tanto la processione si ferma e nei punti cruciali del paese, nel silenzio assoluto, si sente risuonare il canto di una donna, di cui non si conosce l’autore, quasi un grido di pianto e di dolore, in grado di toccare le corde più intime di giovani o anziani:
Figlio mio
Dove sei?
Sei morto?
Ed io senza di te
Non sono più Madre
Maddalena,
sorella mia,
dov’è il tuo Maestro
che tanto amavi?
Dov’è il tuo Maestro
Che tanto ti amava?
Apostoli miei,
dov’è il vostro Maestro
che tanto vi amava?
E’ morto
Figlio mio
E io senza di te
Non sono più Madre
Per tanti anni la voce che ha fatto commuovere i Mondragonesi è stata quella della signorina Clarice Landi, sostituita dopo la sua morte dalla signora Maria Pisano, seguita poi da una giovane e poi da altri giovani ancora che portano avanti la nostra tradizione.
La statua di Gesù Morto, poi, viene portata a spalle da quattro ministranti. Infine il gruppo statuario del Calvario, composto dalla Madonna, dalla Maddalena, abbracciata alla croce e da Giovanni, il discepolo prediletto, viene sostenuta dalle spalle dei devoti e dietro di essa seguono le autorità civili e poi tutto il popolo.
IL SABATO SANTO MATTINA ha luogo la processione degli Angeli, che parte dalla chiesa Madre e termina alla chiesa del Giglio: file interminabili di bambini, raffiguranti gli Angeli, accompagnati secondo la tradizione, da padrini e madrine ma anche da genitori o parenti; bambini raffiguranti il Gesù della Passione, vestito di rosso, coronato di spine, recante la croce oppure Gesù nell’Orto degli Ulivi con il calice in mano o ancora Gesù risorto con il vestito bianco e la fascia azzurra e la crocetta in mano; bambine e ragazze che impersonano l’ Addolorata o la Veronica, bambini raffiguranti san Michele Arcangelo, a cui si sono aggiunti nel tempo i Santi della devozione popolare, quali: sant’Antonio, san Francesco, santa Lucia , santi Cosma e Damiano ecc a cui ognuno ha fatto qualche voto , che forse con la morte di Gesù c’entrano poco ma che sono stati comunque anch’essi annunciatori della Resurrezione e siccome il voto fatto in segreto si vuole adempiere pubblicamente, si approfitta della processione del sabato santo mattina per farlo. Angeli e Santi rappresentano comunque la Resurrezione che viene annunciata e il clima è festoso rispetto alle altre processioni.
In passato se qualcuno aveva fatto un voto e non aveva possibilità economiche, si recava alla chiesa del Giglio a chiedere in prestito il vestito per il proprio figlio e veniva scelto tra quelli donati alla chiesa dai devoti che già avevano adempiuto al voto.
Nei giorni antecedenti c’è tutto un fervore di preparativi poiché al sacro è sempre legato il profano: a chi mancano ancora le scarpe, a chi il diadema, a chi la parrucca per non parlare della parrucchiera con cui prendere accordi per l’acconciatura migliore e questo non solo oggi, anche in passato ci si teneva tanto, quando i parrucchieri ancora non c’erano e per fare i riccioli degli angeli alle bambine si avvolgevano ciocche di capelli, legandoli con un pezzetto di stoffa e così bisognava dormire tutta la notte e anche se qualche bimba non riusciva a dormire, la mattina seguente si scioglievano le ciocche e i bei riccioli inanellati erano pronti per sfilare e per fare la foto ricordo.
Oggigiorno alla processione si vedono vestiti bellissimi realizzati con stoffe preziose e costose che però mettono in ombra quella fede che pure c’è, ma la frenesia dell’apparire, "l'umano” sembra predominare sul “sacro” per cui quell’austerità della sera prima sembra sconfinare nel bello e nello spettacolare, in un clima quasi festoso.
Siccome, poi, la processione è fatta di bambini, non manca mai il venditore di palloncini, anzi quando si vede lui, vuol dire che la processione sta per arrivare.
Gli adulti che portano i bambini, poi, vanno sempre muniti di biscotti e bottigline d’acqua per ristorare i piccoli ma quando le bottigline di plastica ancora non c’erano e la processione passava, in ogni casa si preparava l’acqua per dissetare i bambini che avevano tanto da camminare.
Purtroppo a volte succede anche che nella settimana santa le condizioni atmosferiche siano spesso mutevoli , il cielo si rannuvola all’improvviso, si chiude minaccioso e tetro proprio come accadde in quei giorni di tanti secoli fa e scatenando tuoni e pioggia pare che si ribelli e che ancora pianga sulla scelleratezza umana che arrivò a crocifiggere Cristo. Può succedere che durante la processione incominci a piovere e allora si vedono i poveri bambini costretti a correre per ripararsi sotto ai portoni per cui una processione a volte viene interrotta e poi ripresa, e a volte addirittura costretta a ritirarsi.
IL SABATO SANTO SERA ha luogo l’ultima processione, la conclusiva. La statua dell’Addolorata dalla chiesa di san Francesco viene portata alla chiesa Madre, dove si trova la statua di Gesù Morto: è la Mamma che va a cercare il Figlio morto, che viene portato per antica tradizione dai pescatori . Non si sa perché proprio a loro sia stato concesso; lo avranno chiesto probabilmente ed ottenuto dalle autorità ecclesiastiche per chiedere protezione nei pericoli a cui il mare li sottoponeva ogni giorno.
In questa processione anche i Misteri e le persone che sfilano sono di numero inferiore alle altre due; essa si svolge nel silenzio e nella compostezza di quella del venerdì santo sera. Il Figlio Morto seguito dalla Madre, portata a spalla dai devoti, dopo aver toccato le quattro porte della città, si ritira alla chiesa del Giglio.
Durante le processioni vengono eseguiti dai fedeli e suonati dalla banda dei canti: Maria dolente, Pentimento e Pianto di Maria, i testi dei quali si attribuiscono al can. G. Aversario e per la composizione musicale al maestro Gennaro Caliendo, che è stato direttore della banda mondragonese per 28 anni di seguito, dal 1906 in poi. Altri canti furono importati dai PP. Passionisti durante le Missioni popolari come riferito da Padre Berardo Buonanno. Raffaele Fiore










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