Qualche volta ho sentito quest’ espressione mondragonese da mia madre quando succedeva qualcosa che le procurava dolore e che doveva accettare senza potersi opporre . Capivo che voleva dire non voler pensare sempre alla stessa cosa che le dava tormento. “Lanciare il cuore nel vento” voleva dire non volersi far sopraffare dalla mente ma affidarsi al vento perché la mente, si sa, che gira e rigira e vuole ritornare sempre sullo stesso pensiero fino a torturarci all’infinito e allora, anziché seguire la mente conviene seguire il sentire del corpo, sentire e non pensare, perché la mente drammatizza sempre ed è catastrofica, va sempre oltre la realtà, o nel passato, facendoci soffrire per situazioni che non sono più reali o nel futuro, immaginando cose che non sono reali. Il corpo, invece, non mente; difficilmente, infatti, riusciamo a nascondere sentimenti di gioia o di sofferenza, che traspaiono dal nostro corpo come da un libro aperto. La mente, al contrario, mente, e non è solo un gioco di parole. E’ bello sentire il soffio del vento sul viso o quando ci scompiglia capelli, ancora più bello sarebbe seguirlo e farsi trasportare su spiagge mai viste, su sentieri sconosciuti e poterlo seguire anche quando con la forza dell’uragano, come un cavallo imbizzarrito, ci trascina in boschi selvaggi, lasciandoci senza fiato e rivoltandoci sottosopra, facendoci assaporare la libertà e azzerando, nel contempo, tutte le nostre certezze e stabilità ed è allora che tutto si rinnova, tutto si rimette in discussone , tutto ricomincia e magari nel ricominciare impariamo ad accogliere anche le nostre delusioni e sofferenze e a costruire qualcosa di buono, partendo proprio da esse, anziché aderire a quel fatalismo che ci impoverisce e ci immobilizza , facendoci sentire sempre inadeguati. C’è davvero qualcosa di benevolo e di amabile nel vento, che non spazza via solo le nuvole ma anche i nostri pensieri, lasciamoci soffiare dentro la sua freschezza, la sua energia vitale e le nostre preoccupazioni si allontaneranno come foglie d’autunno .
Alla fine, in ogni detto antico c’è sempre un fondamento di verità e la saggezza popolare aveva sempre ragione , anche riguardo al vento e ai pensieri tristi.
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