Quando, a causa delle leggi eversive napoleoniche, i monaci non c’erano più a Mondragone e la chiesa era contesa dagli altri parroci perché più grande e accogliente rispetto alle altre, avvenne che la Chiesa Madre o di S. Giovanni Battista o dell’Incaldana era cadente a causa di un terremoto subito ed erano urgenti lavori di restauro; fu per questo motivo che il parroco Ferdinando Sementini chiese al Gran Giudice ed ottenne di trasferire la parrocchia nella chiesa di S. Francesco per tutto il periodo dei lavori, che durarono diversi anni.
In questo periodo, precisamente nel 1839 avvenne un fatto, riferito dalla tradizione popolare ma riportato anche da Luca Menna, storico e notaio carinolese nel “Saggio istorico sulla città di Carinola”, il quale racconta: - “Una donna di cui si tace il nome, rubò tutto o la maggior parte dell’oro di detta sacrosanta Vergine, ch’era riposto nella sua nicchia, che allora esisteva nella chiesa del Monistero di S. Francesco per dar luogo alle fabbriche in detta Chiesa Madre, ma calando la donna col furto fu assalita da colpo apoplettico e cadde semiviva in modo che, carponi per terra, appena ebbe la forza di allontanarsi pochi passi dall’altare da cui era calata; trovata la mattina in questo stato, fu interrogata, ma non rispose, perché priva di favella, la quale ritornata per intercessione di questa pietosa Madre, palesò il delitto, si pentì dell’errore e dopo confessata, immantinente nel luogo stesso cessò di vivere” (Nella foto si vede l' immagine della Madonna come veniva raffigurata prima del restauro del 1954)
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