venerdì 11 marzo 2022

Chiglij tene a saraca a sacca

Chiglij tene a saraca a sacca

È un detto che si usa a Mondragone ma anche in tutto il Napoletano e con esso ci si riferisce a qualcuno che si mostra impaziente e frettoloso di andar via come chi abbia in tasca un’aringa maleodorante e sia impaziente di raggiungere un luogo dove possa liberarsi della scomoda compagna, insomma come chi ha fretta di andarsene perché nasconde qualcosa.
L’aringa affumicata o saracca richiama alla mente le tradizioni e il rigore della Quaresima , in cui un tempo si doveva mangiar di magro perché la Chiesa vietava il consumo di carne durante i 40 giorni del periodo mentre oggigiorno l’obbligo di non mangiar carne è riferito solo al Mercoledì delle Ceneri e al Venerdì Santo.
Oltre alle aringhe, che con il loro forte odore e sapore erano di accompagnamento al pane, anche il baccalà e lo stoccafisso la facevano da padroni nel periodo quaresimale ma la gente fece di necessità virtù e imparò a cucinarli così bene da farne delle vere prelibatezze, altro che cucina della Quaresima e della penitenza.
Ma perché davanti a un bel piatto di spaghetti al pomodoro dove sta la penitenza? Specie oggi che dietologi e nutrizionisti raccomandano tanto di limitare il consumo di carne e di preferire verdura, legumi, pesce e frutta per un’alimentazione più sana e salutare.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante cibo

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