Cari amici,
nel giorno della festa di S. Anna, è sempre bello riascoltare questo antico canto della tradizione popolare mondragonese, a Lei dedicato.
Dobbiamo ringraziare Andrea Capuano, giovane talento mondragonese, studioso e appassionato ricercatore di tradizioni e cultura del nostro paese. E’ lui che ce lo ha fatto conoscere, salvandolo dall’oblio.
Grazie, Andrea Capuano
Nelle Sacre Scritture non c’è alcun riferimento alla storia di S. Anna, madre della Vergine Maria.
Essa viene narrata, però, nei cosiddetti Vangeli apocrifi, nel Protovangelo di Giacomo e nel Vangelo dello pseudo- Matteo.
Da essi sappiamo che Anna sposò Gioacchino, uomo virtuoso e ricco della stirpe di Davide ma non ebbero figli a causa della sterilità del marito.
Gioacchino fu umiliato pubblicamente da un uomo di nome Ruben, che gli impedì di sacrificare al Tempio per non aver dato figli a Israele perché la sterilità era considerata per gli Ebrei un segno della mancanza della benedizione divina.
Gioacchino, amareggiato, si ritirò nel deserto, tra i pastori.
Un Angelo apparve ad Anna, preannunciandole il prossimo concepimento di una bambina.
Dai versi dei Vangeli si legge:
“Anna si afflisse molto. [4] Si spogliò delle sue vesti di lutto, si lavò il capo, indossò le sue vesti di sposa e verso l'ora nona scese a passeggiare in giardino. Vedendo un alloro, si sedette ai suoi piedi e supplicò il Padrone, dicendo: "O Dio dei nostri padri, benedicimi e ascolta la mia preghiera, come hai benedetto il ventre di Sara, dandole un figlio, Isacco".
[3, 1] Guardando fisso verso il cielo, vide, nell'alloro, un nido di passeri, e compose in se stessa una lamentazione, dicendo: "Ahimè! chi mi ha generato? qual ventre mi ha partorito? Sono infatti diventata una maledizione davanti ai figli di Israele, sono stata insultata e mi hanno scacciata con scherno dal tempio del Signore. [2] Ahimè! a chi somiglio io mai? Non somiglio agli uccelli del cielo, poiché anche gli uccelli del cielo sono fecondi dinanzi a te, Signore.
[4, 1] Ecco, un angelo del Signore le apparve, dicendole: "Anna, Anna! Il Signore ha esaudito la tua preghiera; tu concepirai e partorirai. Si parlerà in tutta la terra della tua discendenza".
Ecco come la tradizione popolare mondragonese ci tramanda l’episodio nel canto:
Quanno Sant’Anna a ru urticieglio jeva
Tutta de gloria e de malincunìa
Nu giorno alzaje gli occhi al cielo
E vide r’auciegli fa lu nido
<So auciegli e fanno ri fanciulli
E io che so’ donna nu ri pozzo fare>>
Nu giorno scisero gli angiuli da ru cielo
E dissero: <Anna, tu avrai ‘na figliola
Tu avrai ‘na figliola de nome Maria
Sarrà padrona de ru cielo e la terra>>
TRADUZIONE
Quando Sant’Anna all’orticello andava
Tutta (piena) di gloria e di malinconia
Un giorno alzò gli occhi al cielo
E vide gli uccelli fare il nido
(Disse): - Sono uccelli e fanno i figli
E io che sono donna non li posso fare.
Un giorno scesero gli angeli dal cielo
E dissero : - Anna, tu avrai una figliola
Tu avrai una figliola di nome Maria
Sarà padrona del cielo e della terra.
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