POSSIBILE ORIGINE STORICA DELL’APPELLATIVO
Qualche volta ho sentito accennare scherzosamente a Cartagine, sia in riferimento a S. Angelo che ai Santangiolesi, probabilmente volendo alludere al fatto che S. Angelo è il rione più antico di Mondragone e quindi usato nel senso di vecchio, antiquato, arcaico.
In realtà all’origine dell’ironico epiteto vi potrebbe essere un reale e prezioso riferimento alla ricchezza storica e culturale del rione santangiolese in quanto esso,
più precisamente, si riferisce al Criptoportico, che sorge in territorio santangiolese, in località Starza.
Il Criptoportico, costruito dai Romani, pare sia sorto come magazzino, deposito di viveri durante la seconda guerra punica, che i Romani combatterono contro i Cartaginesi, detti anche Puni.
Volendo riassumere, in breve, le guerre puniche, bisogna ricordare che furono tre e furono combattute per più di cento anni.
Intorno al 300 a. C. Roma e Cartagine (odierna Tunisi) erano le due maggiori potenze del Mediterraneo. Cartaginesi e Romani avevano fatto una serie di accordi commerciali affinché nessuna delle due potenze danneggiasse l’altra.
Gli accordi si ruppero quando Roma nel 264 a C invase la Sicilia, che non le apparteneva, facendo scoppiare la prima guerra punica, che fu combattuta in mare dal 264 al 241 e terminò con la sconfitta dei Cartaginesi.
La seconda guerra punica dal 218 al 202 fu dominata dal genio militare di Annibale, generale cartaginese, che venne in Italia, attraversando le Alpi, con 30 000 uomini e 37 elefanti, sconfiggendo i Romani molte volte. Nell’inverno a cavallo tra il 216 e 215 a C si stabilì a Capua. Il suo soggiorno, passato alla storia come “gli Ozi di Capua”, fu definito dallo storico Tito Livio come la tomba della gloria di Annibale, accusato di essersi addormentato nelle delizie, cullato dai piaceri e affascinato dalle donne e questa fu la causa della sconfitta del suo esercito.
La terza guerra punica fu combattuta dal 149 al 146 a C direttamente a Cartagine, che fu assediata e rasa al suolo.
E’ questo, quindi, il periodo in cui va inquadrata la costruzione del Criptoportico mondragonese.
Il Criptoportico, nell’architettura romana, era un corridoio coperto, che poteva essere a livello del terreno o seminterrato e poteva servire di supporto ad una villa come nel nostro caso o poteva servire per accedere al teatro o per il mercato coperto.
Il nostro Criptoportico, in particolare, ora in rovina e pericolante, ha una pianta rettangolare, presenta un corridoio centrale più grande , da cui partono corridoi laterali, che portano ai vari ambienti.
Si sa che le pareti erano adornate con affreschi , nei quali era possibile distinguere il caratteristico “rosso pompeiano”. Il pavimento era fatto a mosaico, i vari ambienti abbelliti da colonne ed altri oggetti, molti dei quali, purtroppo sono stati trafugati da ignoti che li hanno venduti o li tengono nelle loro case.
Sono ancora visibili le arcate dell’ acquedotto che convogliava le acque verso il Criptoportico.
Si tratta, comunque, di una zona archeologica di notevole interesse, che versa in condizioni di degrado e di abbandono.
In conclusione, non solo i Romani ma tutti i popoli che hanno soggiornato nel nostro paese hanno lasciato segni e tracce della loro presenza.
Non solo il Castello e il Palazzo Ducale ma anche le chiese, le strade, i vicoli ricordano il passato, perfino i ruderi, le pietre e i ciottoli raccontano storie… anzi raccontano la Storia.
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