giovedì 22 settembre 2022

NUN METT LU PEP ‘NCUL A ZOCCOL

NUN METT LU PEP ‘NCUL A ZOCCOL (Non mettere il pepe nell’ano dei topi di fogna)

A Mondragone si usa questo modo di dire per far intendere a qualcuno di non mettere zizzania, mettendo l’uno contro l’altro.
E’ un detto di origine partenopea, che ci viene spiegato dallo scrittore e umorista napoletano Amedeo Colella.
In realtà si tratta di una pratica realmente in uso, un tempo, quando, sui mercantili, i marinai, per liberare la nave dai topi, ne catturavano gli esemplari più grossi e introducevano nell’ano delle povere bestiole del pepe per incattivirle, in modo che, impazzendo per il bruciore si avventavano sui propri simili, sterminandoli.
Quando a Napoli scoppiò la peste, della quale erano portatori i topi, i Napoletani decisero usare questa strategia, che però non funzionò e la peste decimò la popolazione.
Fortunatamente il 15 agosto 1656 scoppiò un diluvio, una bomba d’acqua, che affogò tutti i topi nelle fogne e la peste fu debellata.
Il miracolo fu attribuito a san Gaetano, uno dei Santi Protettori di Napoli.
Anche la stessa parola “zoccola” con cui si indica una donna dai facili costumi, viene erroneamente associata al topo di fogna.
In realtà deriva dagli zoccoletti che le nobildonne napoletane indossavano lungo la Via Toledo per evitare che il vestito lungo si sporcasse nel fango della strada .
Le prostitute dei Quartieri Spagnoli, che si acconciavano sempre in maniera vistosa per attirare i clienti, incominciarono ad imitare le nobildonne, indossando zoccoletti sempre più alti per cui incominciarono a chiamarle “zoccolelle” fino poi ad arrivare al termine che conosciamo.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 6 persone, persone in piedi e attività all'aperto

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