martedì 13 giugno 2023

IL CULTO DI SANT’ANTONIO A MONDRAGONE

A Mondragone sant’Antonio è stato sempre molto amato tanto da diventare compatrono della città insieme alla Madonna Incaldana.
La popolazione agricola riponeva grande affidamento nell’intercessione del santo per ottenere grazie di ogni tipo.
Alcune preghiere a lui dedicate sono nate dalla devozione popolare e qualcuna è rimasta ancora nella memoria delle persone. Se ne riporta qualcuna:
Sant’Antonio tuttu putent
13 grazie fai ogni mument
Gesù Crist a te te sente
Sant’Antonio facce cuntent
Sant’Antonio giglio giocondo
è nominato per tutto il mondo,
chi lo tiene per suo avvocato
da sant’Antonio sarà aiutato
Alla processione in onore del Santo si cantava:
Sant’Antoniu vergine e sacrat
la curona de Gesù la puorti ‘ncap
te l’ha missa la Vergine Maria
facce la grazia Sant’Antoniu mio
Un’ altra preghiera per ottenere grazie veniva recitata e ripetuta sui grani della Corona , come se fosse un Rosario:
Sant’Antò cammina tu
lengua santa parla tu
13 grazie fai al giorno
fammene una che m’abbisogna
Quando qualcuno aveva qualche problema, chiedeva al Santo di intercedere, e in particolare, alla “lingua santa” di parlare in suo favore al Signore.
Forse non tutti sanno che sant’Antonio inizialmente viveva nella preghiera e nel nascondimento e non si conosceva il suo dono per la predicazione fino a quando non tenne un discorso per un’ordinazione sacerdotale a Forlì nel 1222.
Alla cerimonia erano presenti francescani e domenicani ma per qualche malinteso non era stato dato a nessuno l’incarico di tenere il discorso di saluto.
Fu chiesto a sant’Antonio di fare un breve sermone ed egli protestò dicendo che il suo compito era quello di lavare i piatti e i pavimenti e che non era capace di fare più nulla ma il Superiore insisteva e il Santo dovette accettare per non trasgredire la regola dell’obbedienza.
Così incominciò a parlare davanti al Vescovo e a tutti i presenti senza essersi preparato e pronunciò un sermone così eloquente e colto che lasciò tutti stupiti.
In tal modo i Francescani si resero conto dei suoi talenti, il Santo fu richiamato dal convento e mandato a predicare in varie zone.
Grandi folle si radunavano per ascoltarlo: gli uomini lasciavano il lavoro e le donne, a volte, trascorrevano la notte in chiesa per avere il posto assicurato.
Ben presto le chiese non furono più sufficienti e sant’Antonio dovette tenere le sue prediche nelle piazze e nei mercati.
Si dice che mettesse in ginocchio i peccatori e addolcisse i cuori dei criminali più incalliti.
L’8 aprile 1263, a 32 anni dalla sua morte, durante la traslazione delle sue spoglie, all’apertura della cassa, che ne conteneva i resti mortali, alla presenza di una numerosa folla e di san Bonaventura da Bagnoregio, allora Ministro generale dell’Ordine francescano, apparve, tra lo stupore di tutti, la lingua incorrotta del Santo, come se appartenesse ad un uomo ancora vivo.
San Bonaventura, mostrando la lingua ai fedeli, esclamò: - O lingua benedetta, che hai sempre benedetto il Signore e lo hai fatto benedire dagli altri, ora appare a tutti quanto grande è stato il tuo valore presso Dio!
La preziosa reliquia della Lingua viene custodita nella basilica di Padova, nella cosiddetta “cappella del Tesoro”.
Per Antonio la lingua significava “annunciare il Vangelo con la sua passione e competenza”. Egli ripeteva: - Chi non conosce la Scrittura è un analfabeta poiché solo guardando noi stessi nello specchio della Parola possiamo capire chi siamo realmente.
Era tale la devozione al Santo qui a Mondragone che addirittura nel 1928 il sacerdote don Francesco Gravano, chiamato familiarmente da tutti don Ciccio, molto devoto al Santo, nella chiesa di san Francesco fece erigere un trono marmoreo in suo onore proprio dove ora si trova l’altare maggiore, ma nel 1946, ai monaci tornati dopo la guerra, non sembrò giusto che il Crocifisso stesse in fondo alla chiesa e il Santo sull’altare maggiore, allora sistemarono il Crocifisso al centro e sant’ Antonio da un lato e san Francesco dall’altro.
In seguito spostarono i due santi nelle nicchie laterali definitivamente, dove si trovano attualmente.
La statua lignea del Santo, che si venera oggigiorno nella chiesa di San Francesco, pregevole opera dello scultore ortiseiano Luigi Santifaller, è stata realizzata verso la metà del ‘900 ed ha sostituito l’antico simulacro in cartapesta, già venerato dai fedeli.
Il Santo, che è quasi sempre raffigurato con il saio, qui da noi è rappresentato con saio, cotta e stola sacerdotale; regge con il braccio destro Gesù Bambino e nella sinistra ha il giglio, simbolo della purezza e trasparenza della vita, rispettando la classica iconografia del Santo.
Si racconta che sant’ Antonio prima di morire si ritirò a Camposampiero, dove il signore del luogo, il conte Tiso gli allestì una specie di celletta tra i rami di un albero di noce, su sua richiesta.
Lì sant’Antonio passava le sue giornate in contemplazione e si ritirava nell’eremo solo la notte.
Una sera il conte, andando a trovare l’amico, fu attratto da un immenso splendore e vide Antonio che stringeva tra le braccia Gesù Bambino .
Sant’Antonio lo pregò di non dirlo e il conte lo rivelò solo dopo la sua morte.
Che i Mondragonesi venerino molto sant’Antonio lo si capisce da tante cose: il 31 maggio verso mezzogiorno avveniva, fino a pochi anni fa, la cosiddetta “calata di sant’Antonio”: i fedeli, poco prima di mezzogiorno, si radunavano in chiesa e tra canti e preghiere assistevano all’intronizzazione del Santo. La sera, poi, iniziava la Tredicina.
Nei giorni della Tredicina, tutt’oggi c’è un andirivieni di fedeli di altre parrocchie che vengono a pregare il Santo.
Nel giorno della sua festa, poi, si celebrano le Sante Messe come per la domenica, con la chiesa gremita di fedeli.
In questo giorno veniva benedetto e distribuito ai fedeli il “pane di Sant’Antonio”, le classiche pagnottelle che ognuno portava a casa , facendone mangiare un pezzetto “per devozione” ai propri familiari, dopo aver recitato la preghiera.
La tradizione del Pane di sant’Antonio trae la sua origine da uno dei tanti prodigi attribuiti al Santo: un bambino di 20 mesi di nome Tommasuccio era annegato perché la mamma lo aveva lasciato incautamente accanto ad un recipiente pieno d’acqua.
La donna disperata fece voto che se il Santo lo avesse risuscitato, avrebbe dato ai poveri tanto grano quanto il peso del bambino. Il miracolo avvenne e da allora in poi è nata una tradizione chiamata “pondus pueri”( il peso del bambino): i genitori promettevano il pane in cambio della sua protezione.
Con il tempo si consolidò la tradizione di offrire il pane nel giorno della sua festa in cambio di una grazia ricevuta.
C’è anche l’usanza di far indossare ai bambini l’abitino francescano per ringraziare il Santo della protezione ricevuta e farla conoscere agli altri.
Nel giorno della sua festa, poi, Sant’Antonio viene portato in processione, nelle strade principali di tutti i rioni proprio perché è il Santo di tutti i Mondragonesi. Le famiglie si danno da fare ad innaffiare le strade dove deve passare la processione per rendere così più agevole il cammino delle persone che accompagnano il Santo per tutto il paese. E’ solo alla processione di Sant’Antonio che si sparano i botti in ogni strada e ci si tiene davvero tanto, in ogni rione i devoti vanno di casa in casa a chiedere i soldi per tale scopo.
E così, tra gli spari assordanti, la banda che suona, la recita delle decine del Rosario e i canti dei devoti, il Santo passa e benedice ogni punto della città ed è in questo modo che il popolo mondragonese esprime la devozione autentica e il sincero amore per il Santo dei miracoli, a cui tutti si rivolgono con fiducia e speranza.


(La foto è tratta dal libro di Padre Berardo Buonanno "Notizie storiche del Convento della Chiesa e dei Frati di Mondragone")

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