giovedì 25 aprile 2024

MARIA INCALDANA: LA PRODIGIOSA

Non senza motivo la Madonna Incaldana viene definita “La Prodigiosa” perché tante sono state le grazie e i favori che ha elargito e continua ad elargire per i suoi fedeli , che la invocavano, un tempo, per il sole o per la pioggia al fine di ottenere un buon raccolto.

La invocavano per la fine della guerra, per le pestilenze, per i cataclismi naturali, per le malattie e per tutte le necessità.
Sempre la Madonna ha fatto sentire la sua protezione al popolo mondragonese ma, al di là di quei miracoli direi “eclatanti”, che sono rimasti nella storia del nostro paese, ognuno di noi ha potuto sperimentare il suo aiuto e la sua protezione per problemi per così dire di minore importanza e non così clamorosi o spettacolari ma comunque importanti nelle nostre vicende personali.
Io, personalmente, posso dire che la Madonna per due volte mi ha fatto sentire la sua protezione in maniera tangibile e concreta.
Quando avevo due anni , nel ’54, un giorno mi trovavo a casa di mia nonna a S. Francesco, dove stavo quasi ogni giorno. Il fidanzato di mia zia, per farmi giocare, mi prese per le mani e mi sollevò in alto per farmi fare “vola vola”. Evidentemente dovette prendermi in maniera molto maldestra perché mi fece slogare il braccio. Mia madre mi portò da una vicina, come si faceva a quei tempi, che era ritenuta esperta in questo tipo di problemi, lei mi muoveva il braccio, lo tastava, lo piegava e disse che si era rimesso a posto ma non era affatto così. Il braccio mi faceva sempre male e non lo potevo muovere. La cosa durò per diverso tempo e mia madre pensò che quel braccio non sarebbe più tornato come prima.
Quando arrivò il giorno che si doveva portare la Madonna al mare per l’Incoronazione, lei mi prese in braccio e seguì la processione, ripromettendosi di non appoggiarmi mai a terra, e così fece, all’andata, al ritorno e per tutto il tempo della cerimonia. Voleva offrire quel sacrificio alla Madonna per essere più degna di chiedere il suo aiuto.
A quei tempi si vedevano uomini che per ottenere le grazie, facevano penitenza, caricandosi sulle spalle ruote di carretti, sassi pesanti, grossi pezzi di tronchi d’albero e così via. La fede allora si esprimeva anche in questo modo.
Il braccio si rimise a posto e io non so neanche se sia stato il destro o il sinistro perché avevo solo due anni, conosco questa vicenda perché mia madre lo ha raccontato in famiglia diverse volte.
Quando avevo 28 anni fui operata di commissurotomia mitralica per una stenosi di origine reumatica, nel mese di febbraio dell'81.
Essendo credente, mi affidai alla Madonna e al buon Dio e andai tranquilla in ospedale.
Il giorno prima dell’intervento mia sorella si recò in chiesa per chiedere la protezione della Madonna, e chiese al parroco di controllare se c’era una data libera, in quei giorni, per celebrare una Messa per intercessione. E lui, che in quel momento era molto indaffarato per le Quarantore, rispose: - In questo momento non se ne parla proprio! Lei replicò: - Ma io ho sognato la Madonna Incaldana. E lui: Ah, allora vieni qua, vieni qua! E fece quello che aveva chiesto.
Intanto, dopo l’intervento, io mi svegliai dall’anestesia e, non so perché, incominciai a sentire dolori alle ossa in tutto il corpo. Non trovavo pace, anziché stare sul materasso mi sembrava di stare sulle pietre e quasi piangevo. Venne il medico a controllarmi e trovandomi tutta insofferente e agitata, disse: - Ma come?! E’ andato tutto bene!... Mi fece fare un’iniezione e dopo un po’ sparirono i dolori , sentivo un senso di benessere, quasi di beatitudine, mi sentivo leggera come se fossi appoggiata su un tappeto di morbida erba. Caddi in una specie di dormiveglia e sognai che era il Lunedì in Albis, quando si fa la processione con i buoi. Sul Belvedere c’era tanta gente, tutti aspettavano che uscisse il quadro della Madonna per la processione e io stavo lì , in mezzo a loro.
Da allora sono passati 43 anni e la mia valvola funziona ancora benissimo, ho altri acciacchi che mi danno problemi ma la valvola continua a fare il suo lavoro egregiamente.
Ho voluto condividere questi due episodi della mia vita per ringraziare ancora una volta la Madonna per il suo aiuto, questa volta pubblicamente, e per rendere testimonianza, e mi farebbe piacere se anche altre persone volessero dare testimonianza dei tanti favori e benefici della Madonna a tante famiglie mondragonesi.
Le foto sono di C' ERA UNA VOLTA MONDRAGONE 







mercoledì 17 aprile 2024

LE DUE IMMAGINI DELLA MADONNA INCALDANA

Come tutti sanno, nel ’54 fu eseguito il restauro del quadro della Madonna Incaldana perché il legno era fortemente corroso dai tarli e il volto della Madonna e del Bambino erano quasi irriconoscibili.
Non riuscendo a distinguere bene i lineamenti, ispirandosi ad un precedente e rozzo restauro e probabilmente anche a immagini somiglianti, si riprodusse un’immagine, su carta, della Madonna, che non corrispondeva alla versione originale, che pure si percepiva nel quadro, anche se deteriorato, come si può vedere dalle foto.
Ancora diverse famiglie mondragonesi conservano quadri con quell’immagine e c’è chi, tuttora, non essendo correttamente informato, nutre dubbi sulle due immagini.
La spiegazione corretta ce l’ha data il prof. Conti, che eseguì il restauro. Venne a Mondragone nel ’53, su invito del parroco, esaminò la Sacra Tavola e spiegò che il dipinto, opera di un ignoto artista del 1300/1400, era stato rimaneggiato nel 1600/1700.
Dal libro del prof. Sementini “Memorie sul culto di Maria SS Incaldana”, riporto le testuali parole: “ L’Effigie appariva ricoperta da una spessa patina di pasta d’olio, che rendeva quasi irriconoscibile la Sacra Icona. Chi aveva restaurato la Madonna, non sappiamo. Dovette trattarsi di un artista poco eccellente. Ebbe mano gentile, invece, l’artista primitivo; un po’ rozzo il tardivo restauratore sei o settecentesco… La S. Tavola fu fotografata ; fu rilevato ancora l’incerto stile e spiegato perché nelle immagini riprodotte su carta e su medaglie la Madonna non era bizantineggiante…. I fedeli la videro con gli occhi della fantasia e perciò ne riprodussero l’Immagine tanto differente da quella che è venuta fuori dopo il “bagno” degli elementi chimici.”
I fedeli mondragonesi, dunque, possono stare tranquilli, quella che vediamo oggi è la nostra vera Madonna Incaldana, la più bella delle Madonne bizantine che io abbia mai visto.













venerdì 12 aprile 2024

Santa Maria Incaldana

LA MADONNA INCALDANA NELLA CHIESA DI SAN FRANCESCO 
Quest’anno si festeggiano i 400 anni della discesa della Sacra Icona di Santa Maria Incaldana in città 1624-2024.
Volendo fare una ricostruzione storica più precisa e dettagliata occorre ricordare che la Sacra Icona è stata portata inizialmente nella chiesa di San Francesco e poi, in seguito, in quella di San Giovanni Battista.
Sia la chiesa di San Francesco che quella di San Giovanni Battista furono costruite dai Carafa della Stadera, duchi di Mondragone, la prima nel 1480 e la seconda nel 1593.
Già dopo l’incendio dei Turchi avvenuto nel 1560, di cui ci riferisce il Pratilli nell’opera “Della Via Appia”, pag. 241, si decise di trasferire la Sacra Icona nel centro abitato, nella chiesa dell’Annunziata, che dai documenti francescani risulta essere la chiesa di San Francesco, che inizialmente si chiamava dell’Annunziata.
Lo attestano il vescovo Francesco Gonzaga nell’opera “De origine seraphicae religionis” pag. 526 e Luca Wadding, francescano e storico irlandese nell’opera “Annales Minorum” vol. XV pag. 383.
Nel 1569, poi, arrivarono i Carmelitani a prendere possesso del Santuarietto del Belvedere e la Sacra Icona ritornò nella chiesetta restaurata.
In seguito, dopo 55 anni di permanenza a Mondragone, nel 1624, i Carmelitani furono costretti ad abbandonare quel luogo per l’eccessiva lontananza dal centro abitato e per il pericolo delle continue scorrerie dei Turchi e la Sacra Icona venne traslocata nella chiesa di San Giovanni Battista, dove rimase definitivamente.
Anche successivamente la Sacra Icona è stata custodita per un certo periodo nella chiesa di S. Francesco, dal 1834 al 1846 circa, a causa di lavori di restauro della Chiesa Madre.
Ce ne danno testimonianza alcuni documenti dell’Archivio Vescovile di Sessa Aurunca e il notaio carinolese Luca Menna nell’opera “Saggio istorico sulla città di Carinola” vol II pag. 128-129.
Il Menna racconta un prodigio verificatosi, in quel periodo, nella detta chiesa.
Nell’agosto del 1839 “una donna, di cui si tace il nome, rubò tutto o la maggior parte dell’oro di detta Sacrosanta Vergine , ch’era riposto nella sua nicchia …ma calando la donna col furto, fu assalita da colpo apoplettico e cadde semiviva in modo che carponi a terra , appena ebbe la forza di allontanarsi pochi passi dall’altare da cui era calata ; trovata la mattina in questo stato, fu interrogata ma non rispose perché priva di favella, la quale ritornata per intercessione di questa pietosa Madre, palesò il delitto, si pentì dell’errore e, dopo confessata, immantinenti nel luogo cessò di vivere”.




(Il disegno nella foto è tratto dal libro “Memorie sul culto di Maria SS Incaldana” del prof. Antonio Sementini)

venerdì 5 aprile 2024

BARZELLETTA



UNA BARZELLETTA DELLA TRADIZIONE 
Un tale, all’ora di pranzo, si accinse a mangiare il suo piatto di pasta. Si mise in piedi e con una mano si reggeva al tavolo e con l’altra mangiava.
Ad un certo punto con una mano si tappò il naso e con l’altra bevve un bicchiere di vino.
Poi, quando fu il momento del caffè, con una mano si coprì gli occhi e con l’altra lo bevve.
La moglie incuriosita lo guardava e chiese : - Ma se po sapé, che stai a fa?
E lui: - Eh, io m’aggia sta accuort pecché a ritt ru duttor che ncopp a past m’aggia mantené, lu vin n’aggia sentì manc addor, lu cafè n’aggia veré proprio e io accussì facc(io)!
La moglie replicò: - Ma verament ru duttor a ritt che e mangia' san!
E lui: - Ah, sì sì, e io accussì m'raggiu mangiato ru piatt, sanu san !!!

Aneddoto raccontato da Clara Ricciardone