ME PARE A COT(E)N NCOPP A RI CRAUN
A Mondragone si usa quest’espressione per indicare una persona gelosa e invidiosa degli altri.
Viene paragonata alla cotenna del maiale quando si mette sulla brace perché questa, a contatto con il fuoco, piano piano si consuma, si incomincia a sciogliere, cigola, sfrigola, si strugge, si contorce, si deforma, diminuisce di volume e perde la sua forma originaria.
Anche la persona gelosa fa così, non riesce a vivere la propria vita perché è concentrata su quella degli altri, è sempre lì a spiare, a controllare, a fare paragoni, a puntare il dito, a disprezzare e sminuire qualcuno perché ogni successo altrui è un attacco alla propria autostima, e soffre e consuma tutte le sue energie per questo.
E’ chiaro che questo continuo confronto con gli altri nasce da un’insicurezza e insoddisfazione cronica della propria vita.
Le persone gelose lottano con sentimenti di inferiorità che cercano di compensare con la rivalità e il disprezzo altrui.
La gelosia è distruttiva perché porta a voler distruggere in ogni modo la persona che si ritiene rivale ma è anche autodistruttiva perché influisce negativamente sulla propria salute mentale.
Le conseguenze della gelosia sono: il pettegolezzo, l’insinuazione, il sabotaggio della persona che si considera nemica.
Riconoscere in noi stessi la gelosia non come un segnale di debolezza ma come un segnale dei nostri bisogni e desideri insoddisfatti porta all’autoconsapevolezza e a relazioni interpersonali più sane ed empatiche.
Certo non è facile spiegare, a parole, ciò che soffre una persona gelosa, il tormento continuo a cui è sottoposta ma non per il dialetto mondragonese che, con un paragone eloquente più di mille parole, sempre legato al mondo contadino, ci dice che la persona gelosa soffre tanto, come “na cot(e)n ncopp a ri craun”
Grazie alla sig. Carmela Filosa, che mi ha fatto conoscere questo modo di dire del nostro dialetto.
Nessun commento:
Posta un commento