A Mondragone, quando si vuol far intendere che qualcosa è troppo, eccessivamente grande, si fa riferimento alla “scaf de Castieglj”, cioè alla scafa di Castel Volturno.
A Castel Volturno, anticamente il fiume veniva attraversato con la scafa, che era l’unico mezzo di attraversamento.
Si trattava di una zattera o chiatta, ancorata ad una fune, utilizzata, per l’appunto, per attraversare i fiumi da una sponda all’altra, non solo del Volturno.
Era una sorta di “navetta” per così dire, con cui lo scafaiuolo o traghettatore andava e veniva per far passare persone, animali e merci.
Era tanto grande che spesso si traghettavano interi greggi di pecore e altri carichi pesanti.
Occorre ricordare che il Volturno, di cui vediamo l’ultimo tratto a Castel Volturno, nasce in Molise, dai monti delle Mainarde, nella provincia di Isernia, attraversa due province, Caserta e Benevento e sfocia nel mar Tirreno, proprio presso Castel Volturno.
Il primo ponte sul fiume, che attraversa Castel Volturno, fu costruito dai Romani , dall’imperatore Domiziano. Con il tempo crollò a causa delle piene del fiume e il nuovo ponte fu ricostruito nel 1954.
Evidentemente la scafa, questo antico mezzo di trasporto, deve essere rimasta nella memoria popolare proprio per la sua grandezza.
Ecco perché, da noi, quando una persona confida ad un amico fidato una notizia che vuole rimanga segreta, gli raccomanda di non dirlo a nessuno, specialmente a qualcuno di loro conoscenza, che parla troppo, perché “chell ten a vocc quant’è a scaf de Castieglj!!!
Nella foto si può vedere un cavallo con il carretto e alcune persone sulla scafa, pronta per attraversare il fiume.
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