Tra le persone che hanno lasciato un segno indelebile nella memoria popolare mondragonese ce n’è uno, in particolare, che ha segnato un’epoca, che ha guidato e consigliato con competenza i suoi compaesani, Ciccigliu ‘Ndrizz, il cui vero nome era Francesco Fontana.
Chi non lo ricorda alle processioni pasquali, sempre in prima fila, cantare, a squarciagola e accoratamente, ad una sola voce con il popolo, le toccanti parole dei nostri canti della Via Crucis?
Abitava a “ri Crapar” un po’ dopo la chiesa del Vescovado, in via V. Emanuele, ha lavorato per diversi anni nel panificio Rota ma, insieme alla sorella Concettina, confezionava abiti per le processioni pasquali e abiti da cerimonia.
Quando nelle famiglie ci si doveva preparare per un matrimonio e ci si teneva a far bella figura, sapendo di non aver molta esperienza nell’ organizzare al meglio l’evento, tutti consigliavano: - Chiamate a Cicciglij , chiglij ‘ndrizz ‘ndrizz! (Chiamate Francesco, lui vi indirizza) ed è proprio da questo che deriva il simpatico soprannome.
E lui proprio questo faceva: indirizzava, consigliava , suggeriva perché era competente in molti campi, essendo dotato di un ingegno multiforme e versatile.
Un tempo si dava molta importanza alla festa della promessa di matrimonio, “ru ra parol”( il dare parola) e lui indicava per filo e per segno come andava apparecchiata la tavola, dove sistemare i calici per brindare, i tovaglioli, i confetti, i dolci e così via. Era lui che dava il giudizio sull’abito della sposa , che consigliava l’abito più adatto a lei, che curava l’organizzazione del ricevimento, niente sfuggiva alla sua supervisione.
Ci si recava da lui anche per un semplice consiglio, e lui, sempre disponibile: - Cummarè, ata fa accussì….ììì! Non solo, essendo amabile e garbato, amico di tutti, combinava anche matrimoni e metteva pace nelle famiglie e tra marito e moglie.
Collaborava con Giovannina, detta “a vamman”, la sarta che confezionava abiti da sposa, nella sartoria, che ora gestisce Emilia Vellucci, Emil mode, che ha continuato la tradizione.
Giovannina non faceva niente senza la consulenza di Cicciglio, era lui che presenziava alle prove di abiti importanti per verificarne la perfetta vestibilità e correggere eventuali difetti.
Per quanto riguarda le processioni pasquali, poi, c’è da dire che da lui è iniziato tutto. Fu proprio lui , che dopo la fine della seconda guerra mondiale, incominciò a recarsi a Napoli per comprare oggetti sacri quali incensieri, calici per la chiesa del Vescovado, su commissione del parroco. Era quella la sua parrocchia, che frequentava assiduamente e dove suonava l’organo.
Anche quando si facevano i Sepolcri era lui che andava a comprare i fiori e a sistemarli in base a sfumature e tonalità in maniera aggraziata per adornare degnamente l’altare della Reposizione.
Incominciò a portare a Mondragone le stoffe pregiate con cui si confezionavano gli abiti delle Madonne e dei Santi: seta, raso, taffettà, cady, velluto, galloni dorati per orlare e impreziosire.
Iniziò così a confezionare gli abiti dei primi Angeli e poi a progettare e a costruire le ali, modellandole in fil di ferro spesso, realizzandole di diverse misure, in base al fisico del bambino che le doveva indossare.
Le ali venivano fissate a due semicerchi in fil di ferro, piegati in modo da formare una sorta di tracolle come quelle di uno zaino, che venivano appoggiati sulle spalle del bambino, ovviamente imbottiti e ricoperti di stoffa. Succedeva, però, che le tracolle realizzate in questo modo potevano scivolare dalle spalle e cadere e così la sig.ra Emilia, che continua la tradizione, ha ideato una sorta di zainetto a cui vengono fissate le ali, che il bambino indossa molto più comodamente e le ali non possono cadere.
Le ali , poi , venivano ricoperte di raso bianco e di paillettes ma poi con il tempo impreziosite da piume di oca, di anatra e di struzzo, che tutt’oggi arrivano da una ditta di Firenze ad Emilia Vellucci.
Oltre agli abiti per gli angioletti, un po’ alla volta cominciò a confezionare anche quelli per l’Addolorata, quelli per Gesù, che veniva rappresentato come Gesù Risorto, Gesù nell’ Orto degli Olivi, Gesù coronato di spine e con la croce, abiti per la Veronica, per i vari personaggi: le ancelle, le pie donne, i soldati, i centurioni ecc. Ogni personaggio veniva disegnato e studiato nei minimi particolari , nell’abito, nel portamento, negli accessori, negli oggetti che maggiormente li identificavano.
Si faceva preparare la struttura delle ali da Ninando , Ferdinando Santoro, idraulico ed elettricista, che aveva un negozio vicino alla chiesa di S. Francesco.
Anche Ninando era molto ingegnoso nel costruire ali di Angeli e di Arcangeli, sempre su indicazione e su progetto di Cicciglio ma non solo, preparava, ad esempio, il corpetto di S. Michele Arcangelo, l’elmo con il cimiero, calzari, scettri e corone per regine della Bibbia, corone di spine, croci e crocette di varie misure, insomma si ingegnava a creare tutto quello che poteva servire; c’erano anche altri che collaboravano, chi dipingeva, chi ricamava, ieri come oggi, insomma c’era tutta una sorta di artigianato creativo, in cui ognuno metteva a disposizione i propri talenti per rendere la processione sempre più bella e questo è senza dubbio un vanto per la tradizione mondragonese.
Sicuramente la bellezza e la preziosità degli abiti dei personaggi ha poco a che vedere con la fede ma è bello vedere lo spirito di collaborazione e l’impegno di tante persone, che sta a testimoniare come il popolo mondragonese viveva e vive tuttora e partecipa con devozione al mistero della Passione e Morte di Gesù.
Era sempre Cicciglio che preparava i quadri della Passione che vengono portati in processione, arricchendoli con una base di velluto, rifinita con gallone dorato e abbellito con i fiori.
Oggi definiremmo Ciccigliu Ndrizz un influencer d’altri tempi, ma non solo, un personaggio dalle mille sfaccettature, un artista, uno stilista, un sarto, un inventore, un maestro di eleganza e di bon ton , un fine conoscitore del Galateo, in conclusione una persona fenomenale a cui noi Mondragonesi dobbiamo tanto.
Ringrazio Maria Miraglia per le informazioni fornitemi e per avermi fatto notare come la figura di Cicciglio sia stata significativa nella cultura mondragonese , allo stesso modo ringrazio la sig.ra Emilia Vellucci e la sig.ra Antonietta Sorrentino per le ulteriori informazioni al riguardo.
(Le foto mi sono state gentilmente fornite dalla signora Enzina Sessa)