( Non sposano gli asini per non strappare le lenzuola)
Questo antico modo di dire mondragonese, alquanto irriverente, rivolto alle ragazze in età da marito, dice molto sulla condizione femminile di un tempo e sulla mentalità di allora.
Con esso si voleva intendere che le ragazze, pur di sposarsi, si accontentavano di sposare chiunque, pur di non rimanere sole, cioè zitelle.
La massima aspirazione di una donna era quella di sposarsi e formare una famiglia. Avere un compagno con cui condividere la vita è stato da sempre il desiderio più naturale sia per l’uomo che per la donna, nella maggior parte dei casi.
Tuttavia, se una ragazza non incontrava nessun giovane e non nasceva spontaneamente l’amore, lei sentiva ugualmente il desiderio di sposarsi perché sposarsi significava affidarsi a qualcuno che si sarebbe preso cura di lei e non solo , significava anche che qualcuno avrebbe provveduto al suo mantenimento perché un tempo era il marito che provvedeva al sostentamento della famiglia, anche se la donna lavorava ugualmente, in casa ed anche in campagna, affiancando il marito.
A conferma di ciò, c’è un altro detto, che dice: - Padre, Figlj e Spiritu Sant, aggiu truvat ru ciuccio che me camp!
Quindi il matrimonio era per lei una sicurezza affettiva ed anche economica oltre che un affrancamento dalla famiglia di origine.
Ecco perché i matrimoni non nascevano solo dall’amore ma erano combinati, suggeriti, consigliati, decisi dalle famiglie.
I genitori, se le ragazze non si sposavano, se ne rammaricavano, c’era , poi, chi le compiangeva e chi le derideva per non parlare delle limitazioni a cui andavano incontro: non si potevano vestire alla moda o truccarsi e come venivano considerate, poi: pettegole, acide, invidiose, malpensanti..
Oggigiorno, per fortuna, pare che la figura della zitella sia scomparsa , la donna che non si è sposata , è single, è libera di truccarsi, vestirsi alla moda, andare a divertirsi. E meno male, direi.
La donna, con il tempo, ha cominciato a chiedersi se vale la pena sposarsi, se l’uomo incontrato non è quello giusto, perché sacrificare una vita intera?
E poi, visto che certi matrimoni durano da Natale a S. Stefano, le donne hanno paura di legarsi e preferiscono la convivenza, così se arriva il momento di lasciarsi non si danneggia nessuno, sempre se non ci sono figli.
La donna per tanto tempo non ha avuto una vera identità né potere decisionale, non solo a Mondragone ma dappertutto, certe volte dal padre padrone si passava direttamente al marito padrone, che poteva dettare il bello e il cattivo tempo nella sua vita, sicuro della sua supremazia, solo perché portava i pantaloni.
Non dimentichiamo che noi donne, in Italia, il diritto al voto lo abbiamo avuto solo nel 1946.
La donna di oggi, raggiunta l’indipendenza economica, vuole essere se stessa, cerca di capire cosa vuole realmente e agisce per ottenerlo, non accetta più il ruolo che le impone la famiglia e la società.
La donna di oggi vuole essere protagonista della sua vita, assaporare pienamente la libertà.
Anche se non si realizza come moglie e come madre , può attingere alla tante capacità che ha ed ottenere risultati ugualmente straordinari.
Oggigiorno, qualunque sia il lavoro che vorrà fare, chi glielo potrà impedire? Si deve solo impegnare e dimostrare le sue capacità per realizzare il suo progetto di vita…
Comunque, a parte queste considerazioni, questo modo di dire conferma anche un’altra cosa: che i Mondragonesi hanno avuto sempre una lingua tagliente come una spada.
Nessun commento:
Posta un commento